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di CELSO VASSALINI 21 mag 2023 17:15

Una terra da amare

Io non lo so cos’ha questa terra, per farsi amare così tanto.Sarà che gli lo insegnavano da piccoli a tenersi stretti, gli uni con gli altri, a giocare insieme nei cortili, a non voltare mai le spalle al sole, a cadere bene, a non piangere quando ci si sbucciava le ginocchia.Sarà che i loro nonni avevano sempre la medicina giusta da dargli, un sorsino di sangiovese, il panino con lo zucchero e le preghiere, anche quando non le volevano dire.Sarà che hanno imparato a fare da mangiare solo con l’acqua e un po’ di farina, che a chi verrebbe mai in mente, dico io, nel tiragli fuori una piadina? Sarà che condiscono la tavola anche con le erbe che forano tanto e ti pungono le dita, che sono cresciuti fra i filari dell’uva, i campi del grano, che abbiano imparato a saltare i fossi, “quelli con dovizia di nel solco della prevenzione manutentiva-sicurezza” ad affilare una falce, ad avere sempre l’orecchio nel ascoltare i campanili nostalgia sudata di casa.Sarà che gli hanno insegnato non a lottare, ma a resistere, ad andarsene ma mai a scappare, a pulirsi il naso nella manica dei grembiuli, a dosare le provviste, a non buttare via niente, a conservare fotografie nella scatola dei biscotti.Sarà che gli hanno insegnato a odiare poco ma di più a comprendere, a imprecare col vicino perché “delle volte ci vuole”, ma poi ad ogni generazione donne e uomini prestargli la vanga che “non si dice di no a nessuno”.Sarà che non sono fatti di strade e di confini, perché loro abitiamo di qua o di là dal mare, di qua o di là dalla ferrovia, a levante o a ponente, della valle di sopra o di sotto, e che tanto si capisce da dove vengono “tè” con quell’accento.

Sarà che la le loro magnifiche mamme del nostro grande paese, glielo lo hanno sempre insegnato che non c’è niente che dura per sempre, che come ti ho creato-fatto ti disfo; che basta un temporale per guastare una stagione, e che usi poca acqua la sfoglia viene dura.Sarà che di schiaffi ne hanno presi, che ogni marachella ha ancora il segno della ciabatta sulle gambe, che li scapaccioni ci sono serviti a capire che avevamo anche una testa e che dovevamo imparare a usarla, a guardare bene a destra e a sinistra prima di attraversare ogni strada.Sarà che hanno il mare vicino e i lividi vanno via prima con l’acqua salata, sarà che hanno sorrisi facili e camminiamo sul tempo del valzer, che per ballarlo bene non devi guardarti i piedi, ma abbracciare l’altro e guidarvi insieme. Io non lo so cos’ha quella terra per farsi amare così tanto, so solo che così oggi ancora di più noi e loro lo abbiamo imparato dai nostri padri, e così lo abbiamo insegnato ai nostri figli nel capire il valore di Comunità. Ce la faranno, perché non sono mica soli. Ma va là, guarda quanta solidarietà donne e uomini della protezione civile e uomini e donne dello stato e uomini e donne degli osservatori-giornalisti, e non mancano le sorprese, perché gli italiani non hanno smesso di coinvolgersi e amare ogni piccola e grande comunità del nostro martoriato paese, per il bene comune tramandato dalle nostre nonne e nonni. Grazie! 

CELSO VASSALINI 21 mag 2023 17:15