Complici silenti
“Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti.” (F. De Andrè)
Sembrano come noi. Hanno due braccia, due gambe, organi interni come noi. Camminano nelle stesse strade, conoscono gli stessi posti, parlano più o meno la nostra stessa lingua. Solo che il loro orizzonte di vita, la loro visione dell’universo coincide con il loro corpo. Non hanno superato la fase infantile che li colloca al centro del mondo, e il mondo inizia e finisce con loro. L’altro è oggetto distante, impossibile provare alcun segno di empatia o di rispetto.Sono i mostri che stanno con noi, convivono nella stessa comunità, dovrebbero rispettare le stesse regole, ma loro regole non ne conoscono, anzi si divertono a infrangerle. Non è una battaglia tra poveri e ricchi, tra giovani e vecchi, e neppure tra colti e ignoranti. È una contrapposizione tra civiltà e inciviltà, tra normalità e barbarie, tra l’orrore e la pace. Non sottovalutiamoli, non sono solo sette, sono tanti, e fanno uso di violenza senza alcuna remora. Sono tanti, ma meno di noi. Almeno spero.Non stiamo a guardare, diventeremmo e siamo complici silenti.
