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di MANUELA ZALTIERI 08 ott 2022 22:16

Nessun bambino deve essere lasciato solo

Il commento della Presidente del Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia dopo i fatti di cronaca di Roncadelle

I fatti recentemente accaduti a Roncadelle, in cui un padre ha rapito il figlio durante un incontro protetto minacciando gli operatori e sottraendolo alla madre con cui abitualmente vive, hanno improvvisamente indotto l’opinione pubblica ad interessarsi ai minori in difficoltà e ai Servizi Sociali.

Come Ordine regionale degli Assistenti Sociali vorremmo che il dibattito su questi temi fosse costante, attento ed informato, non solo mosso da episodi limite che muovono paure e diffidenze e non portano un pensiero costruttivo.

Il nostro Ordine rappresenta una categoria di professionisti che, insieme a psicologi, educatori, operatori dei servizi specialistici e magistrati, lavora quotidianamente con le famiglie in difficoltà nel tentativo di garantire ai bambini e alle bambine un contesto di vita adeguato alle loro esigenze evo-lutive. La libertà educativa delle famiglie, sacrosanta, deve restare comunque circoscritta al rispetto dei diritti dei minori, diritti che sono stati ampiamente dettagliati dalla normativa – dalla Convenzione ONU in poi – e dalla letteratura scientifica in materia.

Purtroppo alcune famiglie, in determinati periodi e per diversi motivi, non sono pienamente responsabili e non tutti i genitori sono sempre in grado di riconoscere i bisogni dei figli e di prendersene cura. Ed è per questo motivo che la nostra Costituzione afferma che “nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti” (art. 30) e il Codice civile prevede che “il giudice può pronunziare la decadenza dalla responsabilità genitoriale quando il genitore viola o trascura i doveri ad essa inerenti o abusa dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio” (art. 330).

Il procedimento con cui il giudice arriva a limitare la responsabilità genitoriale è lungo e complesso e le professionalità che vi concorrono sono molteplici. Lavorare con le famiglie in difficoltà e con i loro figli è un’attività molto delicata, che richiede non solo competenze professionali solide, ma anche il coraggio di affrontare una realtà a volte molto dura e una grande capacità di stare a contatto con la sofferenza dell'altro.

Come Ordine siamo impegnati a tutelare la professione e a vigilare sull’operato della nostra comunità professionale. Per questo siamo al fianco di tutti quegli assistenti sociali che giorno dopo giorno mettono la loro intelligenza e umanità al servizio dei cittadini. A tutte queste colleghe e questi colleghi che scelgono di impegnarsi in questa professione nonostante le fatiche, le notti insonni, dilemmi quotidiani da affrontare e lo scarso riconoscimento sociale, esprimiamo la nostra più sincera vicinanza e solidarietà.

Leggere sui social commenti arrabbiati che esortano le istituzioni a “lasciare stare i bambini” e a "non mettere il naso dentro le famiglie” ci lascia amareggiati… anche noi vorremmo che ogni bambino potesse contare su un contesto familiare amorevole, accogliente e attento. Ma se questo non accade, se tutte le altre misure di sostegno non sono sufficienti e l’incuria, la violenza fisica e psichica, i maltrattamenti e gli abusi sessuali sono il contesto di vita di un bambino, è fondamentale che ci sia un sistema di protezione pronto a mettere in sicurezza il minore. Perché nessuna bambina e nessun bambino deve essere lasciato solo e vivere nella deprivazione e nell’angoscia.

MANUELA ZALTIERI 08 ott 2022 22:16