Ponzio Pilato…se ne lavò le mani
È di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo morto in cella, quella che, per motivi di opportunità, viene chiamata “stanza di pernottamento”. Un diciottenne, per giunta in attesa di giudizio, muore carbonizzato nella cella del carcere di San Vittore a seguito dell’incendio del materasso (quell’ammasso di spugna si chiama materasso?). Non ci interessa sapere se si sia trattato di un suicidio, di un omicidio (era con un compagno di stanza) o di una morte per cause accidentali. Ciò di cui ci preme sapere se e quando lo “stato” − minuscolo − nell’affrontare una questione come quella del “pianeta carcere”, continui ad essere forte con i deboli e debole con i forti. Non crediamo in una volontà realmente politica nel non affrontare la questione, ma siamo certi che il numero di decessi in carcere, nelle patrie galere, tra detenuti ed anche tra il personale di Polizia Penitenziaria, stia diventando imbarazzante e lo è di più a fronte del nome del nostro Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Caro Ministro, ricordo, avendone letto, quando Lei, da Pubblico Ministero, cioè da quella componente indicata dalla nostra carta costituzionale, era considerato “garantista”, ma si può fare una simile distinzione in punta di diritto? Una semplice domanda. Non ci può essere garantismo e giustizialismo, non sarebbe costituzionalmente accettabile, è vero Sig. Ministro?
Tranquillo, Ecc.mo Sig. Ministro, non le proponiamo un ripasso Costituzionale, ma la domanda a noi risulta inevasa e siamo costretti, per rispetto della stessa Carta costituzionale, a rinnovarla con un appunto e una precisazione.
Ill.mo Sig. Ministro Nordio, Lei si sente “libero” come lo era durante i suoi trascorsi in magistratura o le stanno strette alcune decisioni? Ill.mo Sig. Ministro Nordio, le carceri italiane sono strapiene, invivibili ed incivili, non hanno nulla di quanto prescritto dalle “norme” né, nell’ordinamento penitenziario e tantomeno nei nostri codici tant’è che l’Europa continua a sanzionarci. Ci consentirà l’onere del dubbio. Vuoi vedere che, dando la possibilità ai detenuti di ricorrere alla cd “Torreggiani”, si può continuare a “delinquere” nel non affrontare la questione? Si tratterebbe di “omissione in atti di ufficio”, ma non vorremmo questo. La società, oramai vittima di quel giustizialismo che non potrà mai far parte del nostro “DIRITTO”, Le potrebbe dar ragione, noi no!
Da Cristiani, abbiamo vissuto la storia e, in quella storia, ci fu un giudice romano (Ponzio Pilato) che se ne lavò le mani! Vogliamo credere, Ill.mo Sig. Ministro che Ella, dopo la certificazione di 71 suicidi e 104 morti per altre cause, nel non terminato anno 2024, voglia tornare alla più alta forma del “DIRITTO” quello stesso che ha animato e alimentato il suo trascorso in magistratura, mettendoci le “mani dentro”.
Noi Sig. Ministro Nordio, non saremo tra la folla ad acclamare Barabba o Gesù, noi saremo tra la folla ad incitarla nell’applicazione sacrosanta del DIRITTO nel quale continuiamo a credere. Buona vita Sig. Ministro.
Sebastiano Lauritano