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di CRISTINA ZACCANTI E SARA PRANDINI 26 lug 2017 17:41

Sportello No Gender

Lo sportello, ancora in fase sperimentale, proseguirà per tutti i sabati di luglio e di agosto, per assumere poi con l’autunno connotati più precisi e meglio definiti.

La sala consiliare di Prevalle, comune di 7.000 abitanti della provincia di Brescia, è stata insolitamente affollata la sera del 20 luglio in occasione del Consiglio comunale.

Positivo segnale di partecipazione, sollecitata da una mozione la cui risonanza andava oltre la consueta pratica amministrativa. Infatti il consigliere signor Paolo Catterina, esponente della minoranza, chiedeva la sospensione dello sportello “No gender”, inaugurato il 1 luglio e attivo tutti i sabati dalle 10 alle 12. Il sindaco Amilcare Ziglioli, accogliendo la richiesta dell’associazione locale “Verde Speranza”, attiva da oltre due decenni nell’ambito della scuola e dell’infanzia, ha concesso, secondo regolamento, la disponibilità di un locale. Scopo dello sportello un servizio di informazione a quanti, genitori e non, operatori scolastici o semplici curiosi, desiderino essere forniti della dovuta documentazione e ricevere indicazioni su come agire di fronte al diffondersi di numerose iniziative avviate in scuole italiane a partire dal 2015. Come ben sappiamo, con il titolo di corsi sull’affettività, sul contrasto al bullismo e al femminicidio, e con l’intento di favorire la cosiddetta inclusione e l’educazione alla parità di genere, si fa strada un’ideologia, quella del gender, appunto, che mira ad applicare nelle nostre scuole di ogni ordine e grado le indicazioni fornite dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2010, recepite dal Consiglio d’Europa nello stesso anno, cui l’Italia ha aderito nel 2012, miranti a favorire la precoce sessualizzazione dei minori e a ridurre, se non escludere, il primato dei genitori nell’educazione dei propri figli.

Quali gli argomenti addotti dal signor Catterina? L’iniziativa sarebbe inopportuna perché sponsorizzerebbe un partito politico, il Popolo della Famiglia; si avvarrebbe di figure professionali inadeguate; si sostituirebbe al personale scolastico; affronterebbe un tema critico e controverso attraverso posizioni orientate e ideologizzate; ed, infine, toccherebbe una realtà estranea alla comunità di Prevalle, dove non sono mai stati segnalati corsi di tale natura. In modo pacato, ma assai determinato, il sindaco Ziglioli ha affrontato punto per punto e, di fatto, dipanato l’intricata matassa. Ha chiarito ogni dubbio e insinuazione relativi al fatto che lo sportello fosse a carico dell’Ente pubblico. Ha dimostrato, citando lo statuto municipale, articolo 1 comma 2, come il servizio fornito risponda proprio alla tutela dei valori e della tradizione, relativi alla famiglia naturale, i quali devono essere oggetto di promozione da parte di un sindaco nel suo mandato per il bene della comunità. Ha precisato che della competenza dei volontari, tra cui si contano avvocati, giuristi per la vita, psicologi e psicoterapeuti consulenti di tribunali, operatori socio-culturali laureati e qualificati, medici e sacerdoti specializzati in bioetica e responsabili di associazioni come la “Donum Vitae” e docenti di antropologia teologica e mariologica, risponde esclusivamente l’associazione promotrice. Ma ha poi affrontato, e centrato, il cuore della questione, vale a dire il tentativo di imporre il pensiero unico che pretende di imbavagliare quanti non siano disposti ad allinearsi. Lo sportello provoca le coscienze, costringe a riflettere su come, in nome del progresso e della modernità e a vantaggio della tecnocrazia e della finanza, si intenda sovvertire l’ordine naturale. L’identità della persona deve essere segnata dalla nuova “matrice” (questo il titolo delle disposizioni da applicare) che l’OMS ha deciso, e secondo la quale i bambini dovrebbero essere indotti fin dalla nascita all’indifferentismo sessuale e a considerare famiglia qualsiasi aggregazione di persone unite da un legame affettivo (poliamore, relazioni interspeciste tra uomo e animale, pedofilia e incesto...) e a considerare inoltre naturale la procreazione artificiale e conseguentemente la pratica dell’utero in affitto. Come afferma lo psichiatra Italo Carta “quando si abolisce il principio di evidenza naturale la mente compensa con squilibri psicotici gravissimi. Per questo pensare di introdurre l’eguaglianza dei sessi come normale significa attentare alla psiche di tutti. Penso poi ai più deboli: i bambini. Se gli si insegna sin da piccoli che quel che vedono non è come appare, li si rovina. Ripeto, pur non essendo solito fare affermazioni dure, dato che gli omosessuali sono persone spesso duramente discriminate, non posso non dire che introdurre l’idea che la differenza sessuale non esiste, e che quindi non ha rilevanza, è da criminali”.

Ed è proprio questo il punto: gender e omosessualità sono due realtà collegate ma distinte, realtà che invece vengono solitamente e volutamente confuse proprio dalle lobbies LGBTQ, inducendo un clima persecutorio, dai connotati volutamente eterofobi. Lo sportello va chiuso perché discrimina, questo lo slogan. Affermare l’oggettività del dato naturale, in realtà, non discrimina affatto, perché difende la verità e, quindi, i valori che il fondamentale contributo della civiltà greco-romana e giudeo-cristiana hanno fornito all’umanità intera.

Alti i toni con cui Ziglioli ha sottolineato la propria orgogliosa intransigenza nel non rinnegare i propri principi, sui quali nessuno può costringerlo a negoziare e dei quali solo a Nostro Signore Gesù Cristo dovrà rendere conto. Il primo cittadino ha anche citato ciò che il Papa dice sulla ideologia gender, cioè “ uno sbaglio della mente umana e una bomba atomica” e che, di fatto, è essere miopi non riuscire a cogliere i segni dei tempi per fermarsi “alla lettura della  semplice realtà territoriale”. Di fronte alla linearità del ragionamento logico e di buon senso, e al coraggio di una testimonianza coerente e suffragata da tutti i documenti necessari, i promotori della mozione, respinta con gli otto voti della maggioranza, hanno ribadito i loro convincimenti ammettendo peraltro che lo sportello li aveva messi in condizione di informarsi su di un argomento che ora non potranno più ignorare.

E così l’avventura continua. Lo sportello, ancora in fase sperimentale, proseguirà per tutti i sabati di luglio e di agosto, per assumere poi con l’autunno connotati più precisi e meglio definiti. Nonostante le vacanze, numerosi professionisti e competenti in campo volontari hanno già dato e confermato la loro disponibilità. Evidentemente l’impegno civile che sembrava essersi esaurito nel nichilismo relativista seguito al ’68 sta risvegliandosi in modo inatteso e sorprendente. È proprio vero che il momento più buio della notte è anche quello in cui sta per affacciarsi il sole.

CRISTINA ZACCANTI E SARA PRANDINI 26 lug 2017 17:41