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Brescia
di MAURO ZENONI 04 feb 2025 09:21

Quello del partito cattolico è un grosso petardo

La riflessione del coordinatore di “Insieme per” Brescia

In relazione all’articolo di Emilio Del Bono apparso sulla Voce del Popolo del 23 Gennaio 2024, Le scrivere alcune riflessioni. Ho seguito a distanza gli incontri di Milano e di Orvieto; due occasioni intrecciate di riflessione politica interessanti. Come era evidente fin dalla loro presentazione, si sono sviluppate politicamente dentro il perimetro del Partito Democratico, anche se hanno avuto l’ambizione di alzare lo sguardo e di ricercare una connessione con tutto ciò che si muove nella società italiana. La Destra apparentemente ripropone il mantra populista di una società che non c’è più e più non ci sarà; dall’altro aderisce pienamente all’idea di una società guidata dai nuovi potenti, quelli che hanno saputo capitalizzare e riempire con le loro pulsioni oligarche. Orvieto e Milano hanno aperto una riflessione importante, come dicevo, ma essa deve accompagnarsi a nuove prospettive, diversamente rimane racchiusa dentro una sola questione di equilibri interni al PD. Le iniziative di Orvieto e Milano non erano tese a “scindere” il partito, portando al di fuori di esso le componenti liberali e cattolico democratiche. Dissento da una espressione usata da Romano Prodi “Non serve un nuovo partito”. Invece serve eccome, interessanti sono gli interventi di Russo, Manfredonia, Ciani, Garavaglia, Sala tutti gli economisti/sociologi. Oltre Castagnetti mi ha deluso Ruffini, per la frase sul partito cattolico e una certa piattezza, l’intervento di Del Bono mi è sembrato aperto. Molti gli spunti di grande interesse da più direzioni e su taluni, in particolare ad esempio, su quel che ha detto Leonardo Becchetti, bisognerà riflettere con maggior ponderazione. Peraltro, taluni interventi, anche tra i più attesi, hanno dato l’impressione di voler essere volutamente elusivi, per evitare di prendere posizione; costruiti, in buona sostanza, per ribadire che i cattolici del PD stanno bene lì dove sono. In quanto a Francesco Russo, ho apprezzato che abbia detto, in modo ruvido ed appropriato tre cose: l’urgenza di superare il bipolarismo; no al leaderismo; non abbandoniamo al loro triste destino i cattolici che votano a destra. Ernesto Maria Ruffini, intervenendo a Milano ha esordito con un discreto elenco di temi che non intendeva affrontare, quali quello del partito, della formazione di una corrente in un partito o del ritagliarsi una posizione “sotto l’insegna della religione cattolica”.

Quello del “partito cattolico”, o dei cattolici che si fanno corrente da qualche altra parte, è davvero un grosso petardo, sapientemente fatto deflagrare ogni volta che si accende il dibattito in materia perché il termine, politicamente parlando, rischia di rimanere vago e, persino, deviante. Si può dire che dopo, l’appuntamento di Milano e l’emergere di una certa irritazione di Elly Schlein per l’iniziativa, la cosiddetta questione dei cattolici in politica si arricchisce di incognite. Ma potrebbe anche diventare, invece, più spumeggiante e spendibile, ovviamente, parliamo di quei cattolici che, politicamente parlando, lasciano un’impronta popolare e solidale, di quelli che intendono l’impegno pubblico come un servizio all’intera società, senza alcuna velleità integralista. È vero che, fino a che persisterà questa Legge elettorale, ogni forza politica “nuova” incontrerà grandi difficoltà. Che oggi non possa nascere niente di nuovo e si sia tutti costretti a schierarci pregiudizialmente o nella destra o nella sinistra non è detto. È su questo sfondo che va affrontata la questione del “partito” ed è per questo che ho partecipato alla nascita di Insieme, partito d’ispirazione cristiana, ma laico e convinto che la questione centrale di oggi sia quella di battersi per una trasformazione, anziché inseguire le vecchie parole d’ordine di un generico riformismo. La mia opinione è che sia necessario un nuovo soggetto politico autonomo, capace di interpretare le attese di chi di “sinistra” non è, ma non intende per questo aderire alla destra. Dalla recente Settimana Sociale della Cei di Trieste e dal movimento degli amministratori cattolici che ne è sortito, si offre una prospettiva di futuro alla “speranza” che ancora, nonostante tutto, alberga nelle menti e nei cuori di tante persone. Che poi Forza Italia tenti di appropriarsi del pensiero di don Sturzo, quando nelle scelte che fa, sostiene una coalizione di governo che va da tutt’altra parte, meriterebbe, da parte loro, una maggiore riflessione.

MAURO ZENONI 04 feb 2025 09:21