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Asti
di REDAZIONE ONLINE 16 mag 2016 00:00

Diecimila penne nere bresciane all'adunata di Asti

Nella cittadina piemontese delegazioni da ogni sezioni Ana della provincia. Anche papa Francesco ha mandato un messaggio

Centomila penne nere hanno invaso nei giorni scorsi Asti per l’89° adunata nazionale degli Alpini. La “delegazione” bresciana, ancora una volta si è confermata, con i suoi 10mila partecipanti che sono giunti in Piemonte da tutte le sezioni bresciane, fra le più numerose.

L’annuale Adunata degli alpini, si è tenuta ad Asti, nella ricorrenza del ventennale del conferimento alla provincia della Medaglia d’Oro al Valor Militare per la straordinaria partecipazione alla Guerra di liberazione e per il duro tributo pagato, ha costituito, come ricordato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio inviato alle penne nere, “un ideale viaggio a tappe nella storia nazionale. Interpreti di questo percorso rievocativo, gli alpini contribuiscono a mantenere sempre viva la memoria dei valori dell’identità della Repubblica, riscuotendo il profondo affetto del Paese”.

Ad Asti è arrivato l’atteso saluto di papa Francesco “Un pensiero speciale rivolgo agli alpini riuniti ad Asti per l’Adunata nazionale. Li esorto ad essere testimoni di misericordia e di speranza, imitando l’esempio del Beato don Carlo Gnocchi, del Beato fratel Luigi Bordino e del venerabile Teresio Olivelli che onorarono il corpo degli alpini con la santità della loro vita”. Tra la commozione generale, la sfilata si è arrestata per alcuni istanti per ascoltare le parole del pontefice di origini astigiane.

“Riconoscenza e fiducia perché sappiamo di poter contare su di voi” queste invece sono state le parole del vescovo di Asti mons. Francesco Ravinale durante la Messa di sabato nella Cattedrale gotica della città gremita di gente. Si rifà all'immagine della prima Lettura, alla scena apocalittica descritta da Ezechiele. “Il lavoro, l'amicizia, la fratellanza, la famiglia, la solidarietà sono come esseri inerti, ma se sappiamo infondere in queste realtà lo spirito giusto, esse diventano pietre portanti”. Si è commosso il Vescovo ricordando il suo papà alpino.

Nel corso delle giornate dell’Adunata nazionale è stato più volte ricordato il legame forte che unisce le penne nere ad Asti, da sempre zona di reclutamento alpino, legame rafforzato ancor di più dai fatti tragici legati all’alluvione del 1994. Allora gli alpini in congedo giunsero da subito a offrire il loro contributo, “furono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene” ha ricordato durante il suo intervento il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino “Nel volto degli Alpini giunti ad Asti – sono state le sue parole - ho ritrovato quella credibilità di cui ha bisogno questo Paese per ripartire, per ritrovare la fiducia”.

Nel corso delle giornate è giunto anche l’appello dell’Ana alle istituzioni. Queste le parole del presidente nazionale Sebastiano Favero, nel corso di un intervento al teatro Alfieri: “Ai politici, ai governanti dico aiutateci ad aiutare i nostri giovani con i progetti che abbiamo presentato per il Terzo Settore, perché la cultura senza l’identità non è nulla”.
Gli alpini giunti ad Asti da tutta Italia e dall’estero hanno sfilato ininterrottamente per dodici ore. Gli astigiani li hanno accompagnati lungo il percorso, applaudendoli dalla strada e dai balconi imbandierati. Questo è stato il culmine della festa che ha coronato una tre giorni all’insegna dell’italianità. Davanti alla tribuna delle autorità sono sfilati in 75mila, salutati dal presidente dell’Ana Sebastiano Favero, dal sindaco di Asti Fabrizio Brignolo e da quello di Torino Piero Fassino, dal presidente della Regione Sergio Chiamparino e dai vertici della Difesa e dell’Esercito: il ministro Roberta Pinotti, i generali Claudio Graziano e Danilo Errico e il comandante delle Truppe Alpine, generale Federico Bonato.

I tanti striscioni portati in sfilata hanno sviluppato il motto dell’89ª Adunata: “Custodi della memoria e orizzonte per la gioventù”. “Insegniamo i giovani a ricordare” si leggeva su uno di essi; “Chi crede nei valori non ha paura del futuro”, ammoniva con sano ottimismo un altro. “Se dai dimentica… se ricevi ricorda!”, un precetto seguito alla lettera dagli alpini e dai tanti volontari della Protezione Civile dell’Associazione che hanno sfilato con tutte le loro specialità e che durante l’alluvione del 1994 sono stati tra i primi a soccorrere la popolazione.
REDAZIONE ONLINE 16 mag 2016 00:00