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Parigi
di MARIA CHIARA BIAGIONI (AGENSIR) 02 feb 2016 00:00

Femministe e lesbiche per l’abolizione universale della “maternità surrogata”

Martedì 2 febbraio, nella Salle Victor Hugo della Assemblée Nationale, si terranno sotto la presidenza della deputata socialista Laurence Dumont, "Les Assises contre l'abolition universelle de la Gpa". A promuovere l'iniziativa associazioni femministe e lesbiche di Francia. Scopo della Conferenza radunare responsabili politici, associazioni femministe e di difesa dei diritti umani, di tutta Europa, contro l'utero in affitto per combattere "una pratica sociale che lede i diritti fondamentali dell’essere umano"

Donne, femministe, filosofe, ricercatrici di varie discipline. Ci sono anche le lesbiche. In Francia, sono loro a scendere in campo per chiedere l’abolizione universale della Gpa, in italiano maternità surrogata o utero in affitto. Combattono contro la mercificazione del corpo della donna pagata o sfruttata per far nascere bambini che “saranno consegnati ai loro committenti”. Insieme e sotto la presidenza di Laurence Dumont, hanno promosso a Parigi una Conferenza (Les Assises) martedì 2 febbraio nella Salle Victor Hugo della Assemblée Nationale. Scopo dell’iniziativa radunare responsabili politici, associazioni femministe e di difesa dei diritti umani, di tutta Europa, per mostrare e combattere “una pratica sociale che lede i diritti fondamentali dell’essere umano”.

Marie Jauffret è presidente del Collettivo CoRP, una delle associazioni promotrici delle Assises insieme al “Collectif National pour les Droits des Femmes” e alla “Coordination Lesbienne en France”. “Noi rifiutiamo – spiega Jauffret – la pratica delle madri surrogate cioè il fatto che si possa mettere a disposizione di qualcun altro gli organi e la vita di una donna per 9 mesi” e al tempo stesso “destituirla del tutto del suo essere madre. La nascita e il bambino stesso non possono entrare in un sistema di produzione e di scambio senza che con questo vada a ledere il diritto delle persone. Riteniamo che le leggi costituiscono il solco entro il quale si definisce l’umanità. Solo le leggi possono garantire la giustizia, la pace, la libertà, l’uguaglianza, e la dignità degli esseri umani.

“Oggi questi valori sono messi in discussione dal neo-liberalismo e dalla sviluppo delle bioteconologie che rischiano di ridurre le persone a materiale biologico o a prodotto”.

Mercificazione della gravidanza, alienazione delle persone coinvolte, spesso addirittura sfruttamento. Lungi dall’essere un gesto individuale – fanno notare le associazioni -, questa pratica sociale è realizzata da imprese che si occupano di riproduzione umana, in un sistema organizzato di produzione, che comprende cliniche, medici, avvocati, agenzie ecc. Sono queste le “derive” della Gpa che preoccupano le associazioni francesi. “Ma non parlerei di derive quando facciamo riferimento al traffico delle madri”, precisa subito Marie Jauffret. “È come se parlassimo delle derive della schiavitù.

“È una pratica in se stessa contraria alla dignità delle donne che non possono essere affittate per il loro corpo o i loro servizi sessuali o riproduttivi senza ledere i diritti umani fondamentali. Ed è contraria anche alla dignità dei bambini che non possono essere donati o venduti”.

È una pratica che fa parte di un mercato globale profondamente diseguale a tutti i livelli: “sfruttamento sessista, sfruttamento economico e sfruttamento Nord-sud”.

Nella prima parte della conferenza parigina si farà il punto della situazione internazionale: prenderà tra gli altri, la parola anche Sheela Saravanan, che ha scritto numerosi articoli sull’infanticidio delle ragazze, la violenza contro le donne, il commercio della maternità surrogata in India. Nella seconda parte si studieranno invece le possibilità di azione in vista di una abolizione universale della pratica della Gpa.
Al termine delle Assises, le associazioni presenteranno una “Carta” che può essere firmata anche via web:

“Chiediamo alla Francia e agli altri paesi europei di rispettare le convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambino di cui sono firmatari e di opporsi fermamente a tutte le forme di legalizzazione della maternità surrogata sul piano nazionale e internazionale”.

Noi chiediamo inoltre, in nome dell’uguale dignità di tutti gli esseri umani, che essi agiscano con fermezza per abolire questa pratica a livello internazionale, in particolare promuovendo la redazione, l’adozione e l’efficace messa in pratica di una convenzione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata.
MARIA CHIARA BIAGIONI (AGENSIR) 02 feb 2016 00:00