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Roma
di ALBERTO BAVIERA 31 lug 2025 07:14

I giovani sono la speranza viva del Paese

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Una delegazione di partecipanti al Giubileo dei giovani ricevuta dal presidente Mattarella

"I giovani sono la speranza viva del nostro Paese, non domani ma già oggi”. Lo ha sottolineato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una delegazione di circa 125 giovani della diocesi di Trapani, a Roma per il Giubileo loro dedicato. Nella fitta agenda che caratterizza questa settimana nella Capitale, sono riusciti a vivere un’esperienza del tutto particolare, trascorrendo un po’ di tempo non solo con la più alta carica dello Stato ma con un conterraneo.

“Mattarella – ricorda don Giuseppe Grignano, direttore della Pastorale giovanile diocesana – è siciliano ed è originario in modo particolare del nostro territorio, di Castellammare del Golfo”. Da qui, spiega il sacerdote, “è nata l’idea di provare ad essere ricevuti al Quirinale con tutti i ragazzi che sarebbero stati a Roma per il Giubileo per salutarlo e per fargli gli auguri pochi giorni dopo il suo compleanno”. Una scelta maturata anche “conoscendo la grande fede di Mattarella e la sua esperienza ecclesiale”. Quello di questa mattina “è stato un incontro molto intimo, confidenziale, svoltosi in una piccola sala”, racconta don Grignano, aggiungendo che “al presidente ho rivolto alcune parole di ringraziamento e poi gli abbiamo presentato i due omaggi che gli abbiamo portato: un libro sulla nostra cattedrale, pubblicato di recente, e un aquilone”. “Quest’ultimo è un segno legato un po’ alla storia del nostro territorio e al fatto che Trapani è la città del vento; ma l’aquilone vuole anche rappresentare l’immagine della libertà e della speranza, che abbiamo voluto legare ad alcune figure della nostra terra: padre Pino Puglisi, Piersanti Mattarella e Rosario Livatino”. “Inoltre – prosegue il sacerdote – l’aquilone vuole essere un segno dello scambio intergenerazionale tra noi, più giovani, e chi è più avanti con l’età, gli adulti; come chi guida l’aquilone per farlo volare così gli adulti aiutano ragazzi e ragazze a crescere nelle dimensioni del bene e della legalità”.

“Pensavo sarebbe stato un incontro formale, un po’ come quelli che siamo abituati a vedere nelle immagini in televisione. Invece sembravamo quasi a casa, in famiglia”, conferma Michele Felice, 24 anni, che è rimasto colpito dal sorriso del presidente. “Non eravamo certo in giacca e cravatta”, aggiunge Vito Burgarella, seminarista di 23 anni: “Indossavamo tutti le magliette della diocesi proprio a rappresentare l’unità”. Mattarella ha rivolto parole sul dono della vita, definendolo un “evento inconsapevole” per chi viene al mondo, e – sottolinea don Giuseppe – “ci ha ricordato l’importanza di ringraziare per quello che è la vita” e che “ci chiama all’impegno nella produzione del bene”. “Poi – prosegue Michele – ci ha parlato di speranza, del nostro essere ‘Pellegrini di speranza’, che è il tema del Giubileo. E ha voluto chiarire chela speranza non è qualcosa che vedremo nel futuro, la speranza del nostro Paese siamo noi giovani e lo siamo adesso”.

“Tra le tante sue frasi che mi porto a casa – rivela Vito – più di tutte mi ha colpito il collegamento con Pier Giorgio Frassati, a lui tanto caro” e che, sono parole di Mattarella, considera una “figura affascinante”. “Il presidente ha voluto condividere un elemento familiare: suo padre era legato alla figura di Frassati, tanto che il Pier di Piersanti, il fratello di Sergio, è legato proprio a Pier Giorgio Frassati”. Anche per questo, Mattarella – aggiunge Vito – “ci ha detto che sarà presente il giorno della canonizzazione di Piergiorgio Frassati e di Carlo Acutis, non solo come rappresentante dei cittadini italiani ma soprattutto per il legame profondo che ha con questa figura di questo santo”. “Non è stato quindi un caso che ci abbia invitati a guardare ‘Verso l’alto’, utilizzando la frase di Frassati. Ha utilizzato proprio questa espressione, come un monito per la nostra vita”.

“L’incontro – conclude Michele – è terminato con il presidente che ci ha salutati uno per uno, stringendoci la mano; è stato bello, perché ha voluto farlo, nonostante avesse degli impegni istituzionali”. Uscendo dal Palazzo, la convinzione nei giovani trapanesi è che “vivremo questi altri giorni del Giubileo e poi torneremo nella nostra Sicilia carichi di questa emozione e anche della particolare attenzione che il presidente delle Repubblica ha avuto nei nostri confronti”.

Foto don Giuseppe Grignano - diocesi di Trapani

ALBERTO BAVIERA 31 lug 2025 07:14

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