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Brescia
di CRISTINA SCARONI 12 apr 2019 10:45

Il grido dell'Amazzonia

Mons. Adolfo Zon Pereira è arrivato a Brescia in occasione del convegno di "Missione Oggi" tenutosi sabato 6 aprile e finalizzato alla riflessione sulle condizioni in cui versa l'Amazzonia. Dalla necessità di una presenza costante sul territorio, la lotta alla criminalità, al tema dell'ambiente, mons. Adolfo Zon ricorda che ciascuno di noi è responsabile di un mondo in cui tutto è in relazione.

Kairos: una parola greca che significa opportunità da cogliere. Con il Sinodo Panamazzonico, convocato da papa Francesco per il prossimo ottobre, “finalmente il mondo si mette in rispettoso ascolto del grido dei popoli dell’Amazzonia”. A parlare è mons. Adolfo Zon Pereira, giunto a Brescia in occasione del convegno di “Missione Oggi” di sabato 6 aprile, quest’anno intitolato “In ascolto dell’Amazzonia. Nuovi cammini per la chiesa e per l’ecologia integrale”. L’incontro è stato un’occasione per riflettere sulle sfide di una regione tanto affascinante quanto distrutta dall’uomo, conosciuta bene dai Saveriani che, da oltre 50 anni, sono presenti nel nord del Brasile. Mons. Zon, originario di Orense, dal 2015 guida la diocesi di Alto Solimões nel cuore della foresta amazzonica, una terra di frontiera al confine tra Colombia e Perù. Una popolazione eterogenea composta da 200 mila abitanti dispersi in oltre 250 comunità, undici etnie, un territorio vasto 131 chilometri quadrati, con otto parrocchie distribuite nei sette municipi, a Belem do Solimões una comunità religiosa interamente di etnia ticuna, la sede della diocesi a Tabatinga e una quindicina di preti in tutto.

Sfide. “Come essere più presenti tra le comunità?”: per il Vescovo saveriano è una delle questioni più grandi alle quali bisogna rispondere. Altre sfide importanti riguardano il mercato della criminalità: “Siamo in mezzo alla frontiera, una zona di violenza dove si assiste a traffici di droga, persone, organi, animali…”. Educazione e salute sono punti cruciali, e gli indios si stanno battendo contro la municipalizzazione della salute da parte del governo centrale: “L’entroterra è isolato. Talvolta nelle cittadine sono presenti ambulatori e piccoli ospedali, ma le strutture principali sono concentrate a Manaus, che dista 1200 chilometri”. Riguardo all’acqua, il problema esiste: “In Amazzonia l’acqua c’è, ma manca quella potabile”.

Ambiente. “La Terra ha due grandi polmoni: la foresta amazzonica e la foresta del Congo. Se non ce ne prendiamo cura, il mondo muore” spiega mons. Adolfo Zon e, citando la Laudato Si’ che invita a “salvare la grande casa comune”, ricorda che ognuno di noi è responsabile di un mondo in cui tutto è in relazione. “Dobbiamo aiutarci a cambiare stile di vita e far sì che sia sostenibile”.

Pastorale. Molte sono le attività che mirano ad affermare l’identità degli indios e diffondere progetti di sostenibilità ambientale. “A Belem do Solimões si lavora all’insegna dell’inculturazione”: vista la maggioranza ticuna, infatti, la messa e la catechesi vengono arricchite da parole della loro lingua. “Questo favorisce l’incontro e punta a formare leaders che possano gestire da sé la propria comunità, trovando la propria identità”. Le religiose del Cuore di Maria si dedicano a un progetto di agricoltura alternativa che non danneggi la foresta: “Utilizzano concime biologo e incentivano la produzione con risorse locali”. Anche la diocesi mira a creare una mentalità di produzione locale, attraverso un laboratorio di allevamento dei pulcini che vengono poi distribuiti nelle comunità. Nella pastorale vicina, un progetto in atto riguarda la tutela dei laghi. “C’è bisogno di più organizzazione, ma cerchiamo comunque di realizzare progetti sostenibili, per noi e per le generazioni future”.

Sinodo. “Ci stiamo preparando con tanto cuore”. Quest’anno il mondo si prepara a rispondere alle sfide in atto già dagli anni 50 del secolo scorso. Dopo la riunione pastorale avvenuta l’anno scorso a Pasqua, i Vescovi dell’Amazzonia legale si sono riuniti ad agosto a Manaus dove, attraverso i lineamenta, hanno dato il primo contributo alla redazione dell’instrumento laboris (il documento su cui lavorerà il Sinodo), perfezionato a novembre quando si sono ritrovati per confrontare e unire i riassunti dei propri cammini d’ascolto. In che modo quindi la Chiesa amazzonica può essere kairos? “Rispettando la cura della casa comune, dimostrando come vivere nella diversità rappresenti una ricchezza e una gioia del condividere”.

CRISTINA SCARONI 12 apr 2019 10:45