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Congo
di RINALDO DO 19 dic 2019 13:40

Il Natale tra i poveri e i semplici

Padre Do, missionario della Consolata in Congo, osserva il presepe dal punto di vista dei poveri e dei semplici come scrive il Papa nella Lettera Admirabile signum

Fin da piccolo nel presepe che allestivamo in famiglia c’era sempre posto per la gente semplice e povera: la vecchietta che portava a Gesù bambino qualche uova, il contadino… capivo che Gesù di nuovo nasceva ogni Natale nelle nostre contrade, nei nostri paesi camuni. Arrivato poi nel 1991 come missionario della Consolata in Congo, dove tolto la tradizione di allestire il presepe in chiesa, non c’è la tradizione di farlo nelle case, seguendo l’esempio di altri missionari ho sempre invitato i piccoli e i ragazzi a costruire la stalla di Betlemme. Con la loro inventiva imitavano le loro case che a volte erano peggio della capanna di Giuseppe e Maria. La nostra parrocchia (Saint Hilaire) è abitata da una numerosa classe popolare. La più grande parte dei 31.635 abitanti di questi quartieri popolari sono impiegati nel settore terziario come scuola, polizia, salute, piccolo commercio... Quello che più colpisce è la quantità di bimbi e giovani (più del 60% della popolazione). Molti sono senza lavoro, altri studiano malgrado le difficoltà economiche per pagare la scuola e l’università. La delinquenza giovanile è molta. Pochi sono gli abitanti che hanno una casa degna; l’acqua potabile arriva in quartiere grazie alle fontane pubbliche così pure l’elettricità che arriva ogni tanto. Per giungere alle strade della città si cammina diversi km su strade sabbiose, senza fognature... quelli che hanno possibilità usano i taxi–moto. Diverse le malattie spesso legate alla mancanza di igiene: tifoide, tubercolosi, malaria... e anche Aids. La parrocchia è molto vivace: abbiamo 12 Comunità ecclesiali, diverse commissioni e gruppi. Questa in sintesi la realtà nella quale voglio con l’entusiasmo della “prima ora” annunciare Gesù ed essere un servitore, indicando, sull’esempio del Santo Curato d’ Ars, la strada del Paradiso.

Il presepe vivente. Visitando in questi giorni di Avvento le persone malate incapaci di partecipare alla Messa, mi pare di camminare in un grande presepe strapieno di gente che continua grazie al Signore a fare dei miracoli quotidiani per sopravvivere. Le casette pullulano di bambini e anziani, le strade sporche di spazzatura, senza fognature, piene di rigagnoli frutto delle piogge o delle tubature dell’acqua senza manutenzione, piccoli dispensari, scuole senza spazi adeguati, una quantità di sette, piccoli bar... Mamme che per poter arrivare a sera e preparare un piatto per tutta la famiglia davanti a casa o nei piccoli mercati rionali vendono di tutto dopo essersi indebitate con i negozi. Ciabattini, ombrellai, contadini che vendono i frutti del loro sudore... insomma quello che in Italia chiamiamo Presente Vivente qui è una realtà quotidiana. La nostra gente e io con loro sentiamo il bisogno di Gesù Fatto Uomo, fattosi Uno di Noi. Non è facile vivere in questi quartieri a volte malfamati dove ci sentiamo abbandonati da tutti, e in particolare dalle autorità! C’è sempre da ringraziare il Signore per la presenza della Chiesa che malgrado tutto è presenza Sua, presenza di speranza, di amore di unità, di futuro per i poveri e la gente semplice. Solo accogliendo Gesù e il suo Vangelo si vedono “cieli e terra nuova” in questi quartieri. Il Natale vissuto nel cuore, nella liturgia con gioia di stare, bere e mangiare qualcosa e danzare insieme mi avvicina sempre di più al Mistero di Betlemme, al presepio di San Francesco.

RINALDO DO 19 dic 2019 13:40