lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Tunisia
di AGENSIR 16 giu 2015 00:00

Il sociologo Ambrosini sull'immigrazione: "Drammatizzazione alle frontiere"

"I governi cercano di chiudere le frontiere ma è un teatro - ha osservato -. La voce della Chiesa si alza ma è debole, le associazioni si impegnano molto ma si potrebbe fare di più. E‘ necessaria un‘azione culturale". L'intervista al sociologo Maurizio Ambrosini

"Oggi gli immigrati bloccati a Ventimiglia sono pochissimi, solo 200 persone. Non si sa che l‘anno scorso, ad esempio, circa 100 mila persone sbarcate hanno passato le Alpi e chiesto asilo in Germania, Belgio, Francia, Svezia. Questo teatro serve solo per dare l‘idea che i governi usano il pugno duro per motivi politici strumentali". L'ha detto il sociologo Maurizio Ambrosini, intervenendo a Tunisi al Migramed meeting in corso fino al 18 giugno, organizzato da Caritas italiana. "I governi cercano di chiudere le frontiere ma è un teatro - ha osservato -. La voce della Chiesa si alza ma è debole, le associazioni si impegnano molto ma si potrebbe fare di più. E‘ necessaria un‘azione culturale. Si ha la sensazione che al Nord non ci sia più la stessa solidarietà, l‘idea di una fraternità Nord/Sud rimane ancora da costruire".

Ambrosini ha ricordato che nel 2014 gli arrivi via mare sono stati 170.100, a fronte di 300.000 ingressi regolari e 5 milioni di immigrati che già vivono in Italia. Nel mondo vi sono più di 50 milioni di rifugiati, l‘80% accolti nei Paesi del terzo mondo, mentre l‘Europa "tende a localizzare i richiedenti asilo il più vicino possibile alle zone di guerra da cui fuggono". "C‘è uno squilibrio tra la drammatizzazione degli arrivi via mare e la realtà - ha precisato -. Rispetto alle cifre non si capisce perché i rifugiati dovrebbero essere considerati degli invasori".
AGENSIR 16 giu 2015 00:00