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Istanbul
di REDAZIONE ONLINE 13 gen 2016 00:00

Istanbul: l'Isis colpisce nel quartiere dei turisti

L’esplosione in piazza Sultanahmet, nei pressi dell’obelisco di Teodosio, nella zona che ospita le principali attrazioni turistiche di Istanbul, come la Moschea Blu e Santa Sofia. La dura condanna dello Stato turco e dell'intera comunità internazionale. La preoccupazione della comunità cattolica che vive nel Paese

È di 10 morti (otto di nazionalità tedesca) e di 15 feriti il bilancio ancora provvisorio dell’attentato che ieri mattina ha colpito il centro storico e turistico di Istanbul, il quartiere Sultanahmet. L’esplosione nell'omonima piazza Sultanahmet, nei pressi dell’obelisco di Teodosio, nella zona che ospita le principali attrazioni turistiche di Istanbul, come la Moschea Blu e Santa Sofia. Sin dalle prime ore è stato possibile identificare l’attentatore kamikaze, si tratta di un 28enne siriano che potrebbe essere legato all'Isis. Il primo ministro, Ahmet Davutoglu, ha convocato una riunione di emergenza e il Presidente Erdogan ha invitato all’unità puntando il dito contro la pista siriana. E sebbene non siano giunte rivendicazioni, anche le forze di sicurezza turche ritengono che ci sia la mano del sedicente Stato Islamico dietro la strage.

“È stato colpito il cuore turistico di Istanbul, un luogo simbolo visitato da tantissimi stranieri ogni giorno, a pochi passi dalla Moschea blu e dal museo di Santa Sofia”: è il commento a caldo dopo l’attentato nella megalopoli turca rilasciato da Franz Hammerman, tedesco, catechista cattolico a Istanbul, residente nella città da venti anni con la sua famiglia.“Il bersaglio sono stati i turisti e gli stranieri”, aggiunge Hammerman, convinto che “quest’attacco avrà ripercussioni gravissime sul turismo che produce il 12% del Pil della Turchia”. “In un certo senso – ha aggiunto - la minaccia terroristica nel Paese non è una novità, in questi vent’anni siamo stati testimoni di vari attentati di diverso sfondo ma non è che ti puoi abituare, la paura c’è sempre.”

"Sgomento”: è questo il sentimento dei vescovi e della comunità cattolica turca per l’attacco avvenuto. A riferire dello stato d’animo della piccola Chiesa cattolica turca è stato padre Ruben Tierrablanca, vicario delegato del Vicariato Apostolico di Istanbul. “Quello che ci preoccupa – ha detto – è l’allargamento della violenza. Sappiamo che qui, come in genere in tutto il Medio Oriente, questi fatti possono provocare altre reazioni e violenze, allargando la tensione. Ma proprio per questo vogliamo essere con il popolo di Turchia e dedicare una preghiera speciale per il popolo turco e il ritorno della pace”.

Di crimine spregevole ha parlato, invece,il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon commentando l’ennesimo attentato che potrebbe portare la firma del sedicente Stato Islamico. Con lui tutta la Comunità internazionale, compreso l’Iran. Il premier italiano Renzi ha esortato a quella che ha definito “una battaglia durissima contro il terrorismo”, sulla stessa linea l’omologo francese Valls che ha parlato di “guerra” aperta. E mentre il Consiglio d’Europa ha ribadito che l’attacco coinvolge “tutti”, Mosca ha sottolineato che serve più unità contro il terrorismo.
REDAZIONE ONLINE 13 gen 2016 00:00