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Roma
di R. GUATTA CALDINI 30 apr 2015 00:00

Italicum. Sberna: "Un problema del Pd, non della Nazione". Oggi in aula

Oggi alla Camera nuovo round dopo la defezione di 38 deputati della minoranza del Pd

Il governo ha superato la prova del primo voto di fiducia sulla nuova legge elettorale. Una scelta che ha sollevato pesanti polemiche, non solo dall’opposizione, ma anche all’interno dello stesso Partito democratico. Oggi, 30 aprile, in avvio del secondo giorno di votazioni alla Camera, ne abbiamo parlato con Mario Sberna, deputato bresciano di Democrazia solidale.

Perché il governo spinge così tanto sull’Italicum tanto chiedere la fiducia?

E’ una cosa che ha effettivamente a che fare con il Pd, non con la nazione. Era un problema che aveva Renzi all’interno delle sue fila: voleva far uscire allo scoperto tutti i nemici interni, uno a uno, e l’ha fatto. Non è stata una cosa corretta dal punto di vista istituzionale, soprattutto per il bene del Paese. E’ chiaro che una legge elettorale dovrebbe essere maggiormente condivisa…condivisione che comunque, a parziale sconto di Renzi, non c’era. Basti pensare a Fi, che l’aveva osannata e addirittura lodata al Senato come una grandissima legge elettorale, alla camera l’orientamento è cambiato; solo perché si è rotto il Patto del Nazareno. Era comunque difficile trovare la quadra, capisco, da questo punto di vista, la richiesta di fiducia. Ripeto, sono convinto che sia un problema interno al Pd, e far pagare alla Nazione i problemi interni al proprio partito non è mai un bene.

Fino a che punto il Pd può permettersi un dibattito interno così acceso?

Credo sia tutto dovuto dall’accettare da un parte il nuovo che avanza e dell’altra la saggezza del vecchio. Non si è trovato un punto di mediazione: tutti vogliono fare la parte del “qui comando io”, ma ovviamente il più forte, che è Renzi, vince.

Passato l’italicum, secondo Lei c’è la possibilità di costruire un rapporto con l’opposizione?
Io la fiducia la voto, anche se avevo votato contro alla Camera nel primo turno, perché non c’erano alcune delle cose che invece adesso ci sono: la soglia di maggioranza del 40%, il diritto di tribuna del 3%…

Per l'intervista completa ascolta il podcast
R. GUATTA CALDINI 30 apr 2015 00:00