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Bruxelles
di LUIGI MORGANO 18 feb 2016 00:00

La nuova strada possibile

In Europa "l’Italia per troppo tempo ha “abdicato” al ruolo di guida avuto fino agli anni ‘80, attuando per di più politiche economiche che hanno avuto come conseguenza un’esplosione del debito pubblico e un rinvio di riforme essenziali". La riflessione dell'eurodeputato Luigi Morgano (Pd)

“L’Europa si farà attraverso le crisi”, ricordava qualche tempo fa Jean Monnet. Le sue parole sono una perfetta didascalia per lo scenario di questi mesi che ci pongono dinanzi una seria riflessione sul futuro delle Istituzioni europee. Nelle ultime settimane, infatti, l’“interesse nazionale” è finalmente tornato nel dibattito pubblico con nuova vitalità. La maggioranza dei cittadini europei chiede, a gran voce, risposte europee a questioni cruciali. Terrorismo, immigrazione, nuovi scenari nel Mediterraneo sono questioni d’interesse capitale da superare senza rinunciare ai valori fondanti la nostra società. L’iniziativa promossa dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi si colloca nel segno di una nuova direzione che devono assumere le Istituzioni europee, per essere meno prigioniere di “numeri” e regolamenti, ponendo al centro di obiettivi comuni e della politica Ue esclusivamente gli interessi dei cittadini. In altri termini: il riformismo concreto antidoto al populismo.

Quella che abbiamo di fronte è, senza dubbio, anche una verifica delle condizioni di prosecuzione della fiducia alla Commissione presieduta da Juncker. Se questa battaglia, come credo, avrà un esito positivo, sarà un grande risultato per l’Italia, ma soprattutto avrà effetti positivi sull’intera Europa. Tra l’altro si allargheranno le maglie dei vari trattati sulla politica fiscale e di bilancio, perché pensati per e in un periodo economico oggettivamente diverso da quello attuale e che si prospetta per il prossimo futuro. È inutile negare che responsabilità siano anche da ricercare nella rinuncia, per troppo tempo, di un processo costituente, preferendovi un’integrazione graduale.

L’Italia per troppo tempo ha “abdicato” al ruolo di guida avuto fino agli anni ‘80, attuando per di più politiche economiche che hanno avuto come conseguenza un’esplosione del debito pubblico e un rinvio di riforme essenziali. Oggi il nostro Paese ha titolo per un ruolo più incisivo, è più forte. Dopo la stagione dei sacrifici ha aperto una pagina nuova e, come più volte rimarcato, se prima il nostro Paese era considerato un problema nell’Ue, ora siamo parte delle soluzioni. Personalmente, come non pochi altri colleghi, da quando ho iniziato questo mandato, ho operato per un’Europa diversa, incentrata sulle questioni vere, capace di “osare” e di dare risposta a questioni e problematiche giustamente posteci dai nostri concittadini.
LUIGI MORGANO 18 feb 2016 00:00