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Brescia
di R. GUATTA CALDINI 27 lug 2015 00:00

Morgano: "A rischio il futuro delle paritarie"

Il commento dell'europarlamentare bresciano (Pd) Luigi Morgano, nonché segretario nazionale della Federazione italiana scuole materne (Fism), alla recente sentenza della Cassazione entrata nel merito della questione legata al pagamento dell'Ici da parte degli istituti scolastici gestiti da enti religiosi

Si tratta di una “sentenza pericolosa” che mette in discussione “la garanzia di libertà sull’educazione che tanto richiede anche l’Europa”. In questi termini il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, ha delineato la sentenza della Cassazione che ha riconosciuto la legittimità della richiesta del pagamento dell'Ici, avanzata dal Comune di Livorno, agli istituti scolastici gestiti da enti religiosi. “Dal 2001 siamo passati da un contributo statale di 390 milioni di euro ai 290 milioni dell’anno scorso, scuole comunali comprese. Davvero si pensa di risolvere il 'problema' con questi numeri?”. A porre la domanda, entrando nel merito della questione, è l’europarlamentare (Pd) Luigi Morgano, segretario nazionale della Federazione italiana scuole materne.

Cosa comporta questa sentenza? Cosa produrrà? “C’è da distinguere il merito della sentenza - ha commentato Morgano - che riguarda specificatamente il ricorso fatto dal Comune di Livorno, dalle questioni di ordine generale. Giustamente mons. Galantino ha sottolineato che questo aspetto viene ad aggiungersi a molti altri aspetti che mettono a rischio, oggettivamente, guardando al futuro prossimo e meno prossimo, la presenza delle scuole paritarie all’interno del nostro Paese”.

Non usa giri di parole Morgano. Abbracciando le tesi del segretario della Cei, l’europarlamentare bresciano mette in risalto il problema al centro del dibattito: la libertà di educazione, “la possibilità o meno per le famiglie di scegliere la scuola per i propri figli”. La Cassazione ha senza dubbio toccato un nervo scoperto, un aspetto sul quale il Governo ha deciso di aprire in queste ore un "tavolo di confronto" per arrivare a un definitivo "chiarimento normativo", come sottolineato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio Vincenti. Questo perché, se “è ovvio - ha commentato Morgano - che un’attività commerciale deve pagare quanto previsto, è altrettanto legittimo domandarsi se l’attività scolastica svolta da realtà che non hanno finalità di lucro si possa considerare commerciale”. E ancora: “Viste le difficoltà che le scuole paritarie no-profit hanno, a partire dalle scuole cattoliche, per loro il futuro cosa potrà prefigurare?”. Il “colpo” inferto alla libertà educativa dalla sentenza va ad aggiungersi alla progressiva riduzione dei contributi. Nel 2015 è stata messa a disposizione delle scuole dell’infanzia una cifra di poco superiore ai 470 milioni di euro. Numeri apparentemente significativi, ma sui quali, secondo l’europarlamentare, va fatto un calcolo: “Il posto per un bambino, nella scuola statale dell’infanzia, ammonta a 6.500 euro, a fronte di un contributo, per il 2015, di 420 euro". "Stante questo tipo di situazione – è l’interrogativo posto da Morgano -, e tenuto conto delle difficoltà di Comuni e Regioni rispetto al patto di stabilità, in futuro sarà consentito a tutti di poter scegliere la scuola per i propri figli o solo a chi più può sul piano economico?”. E’ questo, secondo Luigi Morgano, il tema di fondo sul quale si gioca il futuro educativo delle prossime generazioni.

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R. GUATTA CALDINI 27 lug 2015 00:00