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Città del Vaticano
di REDAZIONE ONLINE 07 set 2015 00:00

Papa Francesco: ogni parrocchia ospiti famiglia di migranti

L'appello nel corso dell'Angelus domenicale perché l'intera comunità cattolica che è in Europa di faccia animatrice di accoglienza

“Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi” dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!... La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura. Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma.
“Misericordia è il secondo nome dell’Amore” ha ricordato il Papa a tutti i fratelli vescovi d’Europa, perché sostengano il suo appello. Anche le due parrocchie del Vaticano accoglieranno in questi giorni due famiglie di profughi".

Questo l'appello lanciato ieri da papa Francesco nel corso dell'Angelus domenicale in piazza San Pietro a Roma.

In una una breve dichiarazione il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi si è sofferma sulle parole del Papa in merito all'accoglienza. Questo il testo integrale della nota riportato sul sito di Radio Vaticana.

"Rivolgendosi a parrocchie, comunità religiose, monasteri, santuari di tutta Europa, il Papa vuole che in tutta l’Europa – attenzione in “tutta” l’Europa e non solo in qualche luogo particolare di essa - la comunità cattolica si faccia animatrice di accoglienza in una situazione in cui la gravità dei problemi dei profughi e dei migranti si manifestano come la frontiera più attuale e urgente della solidarietà concreta in un orizzonte continentale.

Quello di Papa Francesco appunto un appello alla solidarietà e all’accoglienza, a una risposta creativa e generosa, che nasce dal cuore del Papa nel contesto della preparazione a un Giubileo della Misericordia che si deve attuare in particolare attraverso le opere, e non si riferisce a un piano operativo e organizzativo predefinito.

Naturalmente quando il Papa parla delle parrocchie, intende infatti le comunità parrocchiali come comunità inserite nel territorio e non solo i parroci con le case “canoniche”; le comunità parrocchiali potranno trovare in forme diverse le vie adatte per realizzare l’accoglienza. Mentre quando parla delle comunità religiose tornano alla mente le parole forti che aveva già usato tempo nella visita al Centro Astalli di Roma con riferimento ai “conventi vuoti”: Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti…Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire” (10 settembre 2013).

Per quanto riguarda infine le “due parrocchie” del Vaticano, il Papa si riferisce alla parrocchia di Sant’Anna e alla Basilica di San Pietro, che sono due realtà assai diverse l’una dall’altra e troveranno quindi ognuna il modo proprio per rispondere all’appello del Papa".
REDAZIONE ONLINE 07 set 2015 00:00