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Brescia
di MASSIMO GANDOLFINI 19 ago 2015 00:00

Planned Parenthood: dal prelievo di organi su feti vivi all'aborto

Cosa si cela dietro la più potente agenzia pro aborto del mondo? Lo spiega il neurochirurgo e vice presidente nazionale di "Scienza & Vita" Massimo Gandolfini

Ecco, in ordine di tempo, l’ultima “perla” di criminale brutalità: il prelievo di organi su feto vivo, destinato ad essere abortito. Ecco i fatti. Siamo negli Stati Uniti, due giornalisti del Center for Medical Progress, contattano la dr.ssa Deborah Nucatola, senior director (sovraintendente) del Servizio Medico della IPPF (International Planned Parenthood Federation), certamente la più grande e potente agenzia pro-aborto e pro-gender del mondo, e – sotto mentite spoglie - si propongono come acquirenti di organi sani prelevati da bimbi, per il commercio clandestino dei trapianti.

Naturalmente, perché gli organi siano “di qualità” è necessario che il feto sia vivo al momento del prelievo, e deve essere di età gestazionale adulta, cioè avanzata, almeno alla 22^/24^ settimana. Mentre la Nucatola parla, i suoi interlocutori registrano il discorso: “Molte persone cercano cuori, fegato, polmoni e vogliono anche gli arti inferiori … non so cosa possono farne, ma credo sia per i muscoli… Siamo diventati molto bravi a prelevare cuore, fegato, polmoni, perché sapendo questo, non schiaccio questa parte, e vedo se riesco ad avere tutto, tutto intatto”. Il costo degli organi varia da 30 a 100 dollari; testa e cuore sono i più cari. Ovviamente, è economicamente molto più vantaggioso vendere i singoli organi, piuttosto che il feto intero. Il “giro” è tale che ogni clinica “affiliata” incassa circa 100 mila dollari all’anno.

A questo punto – pensando che la dr.ssa Nucatola agisca per proprio conto, avendo creato una rete criminosa all’oscuro della IPPF – i due giornalisti decidono di sondare se vi è coinvolgimento o meno dell’organizzazione ed intervistano Cecile Richards, presidente dell’IPPF, simulando la loro soddisfazione per il vantaggioso accordo raggiunto con la Nucatola, convinti di scatenare una inorridita risposta. Invece (sempre dal registrato): “Bene! Grande! Lei (Nucatola) è sorprendente!”.

A questo punto, il Center for Medical Progress decide di denunciare pubblicamente l’abominevole mercato e si scatena l’indignazione popolare con le adeguate contromisure: un progetto di legge (di marca repubblicana) per tagliare i fondi all’IPPF, Coca Cola e Xerox bloccano i finanziamenti con cui da anni sostengono l’agenzia, ed il 28 luglio scorso, in cinquanta città americane, si sono svolte manifestazioni con la richiesta di chiudere la IPPF.

E’ un drammatico fatto di cronaca che, purtroppo, va a sommarsi a quanto accade ogni giorno nel Mediterraneo: il criminale connubio denaro/morte semina vittime fra i più deboli ed indifesi, ad ogni età, fin dal seno materno. Con una differenza non secondaria: mentre gli scafisti appaiono quel che sono – criminali e barbari – la IPPF controlla da decenni la scena politica mondiale, influenzando pesantemente organismi internazionali come l’ONU. Dietro ogni “raccomandazione” al controllo delle nascite( leggi aborto), alla tutela della salute riproduttiva (leggi contraccezione e pillole di ogni genere), alla lotta alla discriminazione per identità di genere ed orientamento sessuale (leggi educazione gender) o all’affermazione dei diritti civili più ampi (leggi matrimoni/famiglie fra persone di pari sesso), c’è sempre la IPPF. Basti ricordare le Conferenze Internazionali di Pechino e de Il Cairo.

E’ bene che la gente conosca la vera natura di chi sta dietro alle politiche contro la vita e la famiglia, perché da un albero marcio e corrotto non nascono frutti buoni.
MASSIMO GANDOLFINI 19 ago 2015 00:00