lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di L. ZANARDINI 24 set 2015 00:00

Sanità: tagli giusti o autonomia a rischio?

Da una parte il Ministero, dall'altra i medici. Fa discutere la riforma della salute voluta dal ministro Lorenzin. Ovidio Brignoli, medico di medicina generale, analizza il decreto sulla riorganizzazione della sanità

Nella riorganizzazione della macchina della sanità per garantire in tempi brevi 2,3 miliardi di euro finiscono sotto esame proprio tutte le prestazioni inutili, circa 200 milioni di esami superflui che costano allo Stato – come spiega il ministro della salute Beatrice Lorenzin - 13 miliardi l’anno. Contro il decreto è già in atto una mobilitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana". Ne parliamo con Ovidio Brignoli, medico di medicina generale.

Dott. Brignoli, perché questo decreto incontra così tanto ostracismo da parte dei medici? Chi ha ragione?

La verità sta sempre nel mezzo. Il compito del professionista è di assumersi la libertà di cura decidendo a difesa e a tutela del paziente e in relazione al suo giudizio clinico. Non tutto va sempre in questa direzione, ecco perché il compito dell'istituzione è di vigilare che questo avvenga all'interno di norme e di regole che esistono. Non è sempre facile in medicina... Quello che viene messo in discussione è veramente l'autonomia e la libertà professionale, a fronte del fatto che nella sanità ci sono sì degli sprechi ma anche degli altri aspetti legati ai costi elevati della macchina organizzativa. Se il concetto è la tutela della salute del cittadino e la garanzia di alcuni diritti, si tratta di definire da parte dello Stato quali di questi diritti devono essere in qualche modo rimborsati dallo Stato e quali pagati dal cittadino, ma questo non può essere caricato sulla responsabilità di un professionista che all'interno della sua attività deve difendere anche situazioni difficili.

Lo Stato si sostituisce al giudizio del professionista, assumendone le prerogative, a prescindere dal malato. Tutto per poche centinaia di milioni. E' questa l'accusa principale che arriva dal mondo dei medici...

Il risparmio generato da queste situazioni rispetto alle spese della macchina sanitaria non è un risparmio significativo... si parla di 110 milioni di euro non di miliardi. Il tema non è solo economico. E' in gioco davvero l'autonomia professionale. Al professionista il compito di decidere, allo Stato e alla Regione il compito di vigilare sull'operato dei professionisti (cosa che forse in questi anni non è stata così attenta)... Si fa molta attenzione all'operato singolo del medico in trincea, ma la macchina sanitaria ha bisogno di una revisione complessiva. Lo Stato e le Regioni devono decidere che cosa è attribuile al sistema statale e che cosa invece deve essere rimborsato dal cittadino perché non è efficace, non efficiente e non in linea con la medicina basata sull'evidenza. E questo non può essere lasciato alla decisione dei singoli professionisti.
L. ZANARDINI 24 set 2015 00:00