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Milano
di REDAZIONE ONLINE 18 feb 2016 00:00

"Smile": un'operazione che in Regione fa sorridere pochi

Un nuovo scandalo si abbatte sul Pirellone. Nell'occhio del ciclone il presidente della Commissione sanità, estensore della recente riforma, arrestato insieme ad altre 20 persone per un sistema che avrebbe creato un monopolio per le gestione delle cure dentali in alcuni ospedali lombardi

L’hanno chiamata “operazione Smile”, ma in Regione Lombardia ha suscitato pochi sorrisi. Anzi. Il primo a non trovare nulla di divertente nella nuova incursione della magistratura nei palazzi regionali è stato proprio il presidente Roberto Maroni che ha riassunto in un solo aggettivo (per altro molto esplicito) il suo stato d’animo tutt’altro che disposto al sorriso.

Il nuovo scandalo che si è abbattuto sulla Regione parte, ancora una volta, dalla sanità, il settore a cui è destinata la maggior parte del bilancio lombardo. La nuova inchiesta, partita dalla Procura di Monza, punta a fare luce su un giro di appalti per 400 milioni che grazie a rapporti tra la politica e imprenditori del settore avrebbe creato una sorta di monopolio nella gestione delle cure dentali in alcuni ospedali lombardi. L’inchiesta ha portato all’arresto di 21 persone tra funzionari di alcune aziende sanitarie coinvolte, e il presidente della commissione Sanità della Regione, Fabio Rizzi, estensore della recente riforma sanitaria lombarda e un’imprenditrice, che con questi, avrebbe architettato un sistema che, secondo la magistratura, andava avanti dal 2004. "La Regione Lombardia in questa vicenda e' parte offesa e si costituirà parte civile. Siamo pronti a fare tutto quello che serve per fare piena luce. Se qualcuno ha sbagliato, risponderà pienamente di ciò che ha fatto". Ha affermato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in Aula a Palazzo Pirelli, riguardo l'inchiesta della magistratura di Monza su presunte tangenti legate agli appalti per i servizi odontoiatrici negli ospedali lombardi, che ha coinvolto anche il presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale.
Sulla vicenda, ha continuato il presidente lombardo, "ho costituito una commissione ispettiva, incaricando il Comitato Trasparenza sugli appalti guidato dal generale Forchetti, dove sono presenti anche rappresentanti delle opposizioni, per garantire che su questa vicenda sia fatta piena luce. Non abbiamo nessuno da difendere e non vogliamo coprire nessuno, se qualcuno ha sbagliato risponderà pienamente di ciò che ha fatto".


“La Lega di governo sta dando una cattiva prova di sé e la giunta Regionale dovrebbe fermarsi qui – questo il commento di Gian Antonio Girelli, consigliere Pd e presidente della Commissione regionale Antimafia - Quella che doveva essere una legislatura della rinascita e del recupero della dignità dell’istituzione regionale si sta dimostrando l’esatto contrario. E al centro di tutto, purtroppo, c’è ancora il settore delicatissimo della sanità. Ogni euro che prende una via diversa dalla cura dei malati è un pugno nello stomaco di ognuno di noi. La Giunta aveva una missione, ed è fallita”. Girelli ha anche annunciato che il gruppo regionale democratico sta predisponendo una mozione di sfiducia per la Giunta Regionale Lombarda. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il gruppo M5S. “E’ doveroso – ha affermato il capogruppo Stefano Buffagni - che le opposizioni presentino una mozione di sfiducia a Maroni per salvare la faccia alla Lombardia. Non è la Regione la sola parte offesa da questi arresti: i veri offesi e umiliati sono i lombardi. Maroni e la sua maggioranza devono andare a casa. Il M5S ha ottenuto in Lombardia una agenzia dei controlli sulla sanità, ma le altre forze politiche ci hanno tenuto fuori da quella porta”.
“Se il Presidente Maroni ha detto di essere arrabbiato – ha affermato invece Umberto Ambrosoli di Patto Civico - si figuri come siamo arrabbiati noi che da tre anni veniamo irrisi continuamente quando denunciamo che queste situazioni non sono più giustificate e giustificabili”.

“Prendiamo atto del forte imbarazzo che traspare dalle parole del Presidente Maroni e prendiamo atto della sua volontà di andare fino in fondo nell'accertare le responsabilità legate a questa vicenda, ma non dimentichiamoci che ad essere stata arrestata è la persona a cui il Presidente Maroni aveva affidato la più importante riforma di questa legislatura e quindi una delle persone che sicuramente più godevano della sua fiducia. Il risultato finale è che oggi Regione Lombardia è politicamente ancora più debole: Maroni ha detto pochi giorni fa che avrebbe querelato chiunque avesse ancora associato la sanità lombarda alla parola tangente. Oggi purtroppo a fare questa associazione è stata la magistratura”.
Delusione e sconcerto anche tra le forze che sostengono Maroni e la sua Giunta.

“Sono rimasto stupito dell'arresto di Fabio Rizzi – ha affermato Claudio Pedrazzini di Forza Italia - e mi auguro possa dimostrare la sua correttezza, anche se da quanto si apprende, purtroppo, la gran parte delle contestazioni che gli vengono rivolte non sono estranee al suo incarico in Regione. Per quanto riguarda gli episodi che coinvolgono singole aziende sanitarie, ho già richiesto al Presidente Maroni, che è anche Assessore alla Salute, di effettuare i necessari approfondimenti. Resto comunque fermamente contrario alla custodia cautelare, cui è inutile ricorrere sia quando si hanno in mano prove certe e che meri indizi".

“Noi confermiamo la fiducia a Maroni – ha affermato invece De Corato, di Fratelli d’Italia - perché quello che è capitato oggi con gli arresti è un problema giudiziario e non politico e dunque va affrontato in modo giudiziario. La riforma sanitaria poi non c’entra nulla: la riforma, inclusa la grande novità dell’Agenzia di controllo, non è ancora partita, dunque non può essere messa sul banco degli accusati. Oggi lo si fa solo strumentalmente, ma non va dimenticato che quella riforma è stata fatta qui da tutti noi, opposizioni incluse”.
REDAZIONE ONLINE 18 feb 2016 00:00