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Brescia
di RICKY BARONE 06 mag 2023 21:18

Ale Calabrese e i suoi amici in concert

Ale (Alessandro) Calabrese di mestiere fa l’attore, racconta storie, interpreta personaggi, in particolare per i ragazzi. Ma sotto la cenere del teatrante cova da sempre la brace della musica, il “demone buono” che Ale si è ritrovato nel Dna. Il papà è uomo di teatro e di canzone, il fratello suona la batteria, i nipoti suonano, i figli suonano… Alessandro pure è cantautore da sempre, soprattutto per gli amici che lo amano e lo assecondano nelle sue evoluzioni artistiche. Ora, nel pieno della sua maturità come uomo e come artista, Ale ha sentito impellente il desiderio di riprovare a fare il cantautore. E’ nata così l’idea di proporre le canzoni da lui scritte nel corso del tempo in uno spettacolo pubblico, non solo per i suoi amici ma per “tutti gli uomini di buona volontà”.

Così, la sera del 30 aprile, nel bel teatro di Sant’Afra di Brescia, Ale Calabrese ha radunato una band impressionante per i tempi attuali, 8 elementi, e si è riproposto nella veste di cantautore, che è, secondo la definizione di Omar Pedrini un “lavoro inutile”, in grado però di dare scosse importanti al muscolo cardiaco e di riattivare il sistema nervoso centrale, cose non banali in questo contesto storico. Fin dalle prime battute del concerto, aperto dalla gag del microfono, posto a 2,50 metri dal suolo, si è capito che la serata sarebbe stata ricca di tanti e multiformi stimoli, non solo di canzoni e musica. Ale ha saputo frullare in giuste dosi pure un po’ di teatralità, qualche gag, anche da parte dei musicisti, e una buona quota di parole, per aprire la porta e fare entrare il pubblico nella sua vicenda umana prima che artistica. Nato in una famiglia di origine napoletana approdata negli anni Ottanta a Brescia, Ale è cresciuto da piccolo in un condominio abitato quasi esclusivamente da gente del sud. Il papà, ferroviere nonché artista poliedrico, ha innestato nei figli questa sua vena trasformandoli fin da piccoli in musicisti. Ale, disordinato e disorganizzato come quasi tutti gli artisti, è al contempo capace di una profondità ricca e spontanea. Questa sua sensibilità l’ha dispensata a piene mani durante la serata musicale al Sant’Afra, che da semplice concerto si è trasformato in una sorta di seduta di psicanalisi pubblica.

Ale si è messo a nudo, ha parlato e cantato di sé, della perdita della mamma (“La 500 blu”), del suo rapporto, fatto di gioie ma anche di difficoltà, con l’amata Laura (“Saint- Etienne” e “Il leone”), di quando alla scuola elementare veniva emarginato (oggi diremmo bullizzato) perché da buon napoletano mangiava “frittata e maccarun”. Una serata effervescente, piacevole ma anche densa e toccante, con emozioni a gogò, diffuse da canzoni che la band ha saputo arricchire di suoni a volte trascinanti, con le percussioni sugli scudi, altre volte più delicati. Bellissima “Pezzi di vita” con gli ospiti Marcelo, brasiliano, alla chitarra elettrica e l’amico Antonio, attore nonché napoletano verace, alla voce, che hanno regalato un blues senza tempo. Molto bella anche “Meglio”, “contro la gloria, che è il demone dell’artista”, “è meglio ricevere dal pubblico un grazie che un bravo”. Il concerto si è chiuso dopo oltre due ore con un’altra canzone ben costruita, dal bel titolo, “Quando muoio un po’”, prima del canonico bis, nel quale Ale Calabrese ha riproposto la canzone di apertura della serata, “Se io fossi”. Un ringraziamento speciale alla fantastica band, i cui componenti meritano una citazione: la storica corista Laura Gatta alla voce, Andrea Marmentini alla chitarra elettrica e alla voce, Luca Pietta alle tastiere, Mauro Faccioli alla batteria e ai bidoni, Emanuele Agosti (già bassista di Alessandro Sipolo e della Selvaggi Band) al basso, Giacomo Rebuzzi e Sabina Poli alle “percussioni variegate”. E poi altri ospiti: le figlie Caterina al violino e Francesca al flauto e i nipoti Pietro al basso e Paolo alle tastiere.

Una grande famiglia musicale, con figli, nipoti e amici che hanno saputo offrire una serata nella quale abbiamo conosciuto un cantautore moderno e frizzante del quale sentiremo sicuramente parlare ancora.

RICKY BARONE 06 mag 2023 21:18