Meno coraggioso e più televisivo?

Ormai tutto è pronto per l’inizio della 75ª edizione del Festival di Sanremo, in calendario dall’11 al 15 febbraio. La prima novità, ormai nota da tempo, è legata al conduttore e direttore artistico. Dopo cinque edizioni straordinarie, Amadeus ha lasciato il timone a Carlo Conti, che aveva già rivestito questo ruolo per tre edizioni consecutive, dal 2015 al 2017. La seconda è legata al numero dei cantanti in gara: 29 partecipanti (uno in meno, dopo il forfait di Emis Killa, rispetto alle 30 scelte iniziali) e quattro “Nuove proposte” (la prima sfida è in programma nella seconda serata, per disputare poi la finalissima nella terza). Così come sarà innovativa anche la formula della serata delle cover, con i duetti che non influiranno più sulla classifica. Che Festival dobbiamo aspettarci, allora? “Arrivare alla conduzione di Sanremo dopo cinque anni stratosferici di Amadeus è un’impresa per qualsiasi conduttore – sono le parole di Francesco Buscemi, docente di Storia della Radio e della Televisione all’Università Cattolica –. Amadeus ha dato al Festival un’impronta progressista e lo ha trasformato in una vera rappresentazione della musica italiana, molto più completa e ampia rispetto al passato”.
Insieme a Carlo Conti, ci saranno ospiti e co-conduttori di eccezione. Nella prima serata, saliranno sul palco dell’Ariston Antonella Clerici e Gerry Scotti e ci saranno ospiti dal calibro di Jovanotti e Raf. Il 12 febbraio toccherà a Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica, con ospiti Damiano David, Vittoria Puccini e Big Mama. Giovedì 13, sarà il turno di Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa; oltre ai super ospiti Duran Duran e a Ermal Metal, a Iva Zanicchi verrà consegnato il premio alla carriera. Il 14 febbraio, nella serata delle cover, affiancheranno Carlo Conti Mahmood e Geppi Cucciari. Si chiuderà sabato 15, con Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi co-conduttori, Vanessa Scalera ospite e Antonello Venditti premiato alla carriera. “Probabilmente, quello di Conti sarà un Sanremo più televisivo – dichiara ancora Buscemi –. Con Amadeus, le canzoni avevano un peso specifico pesantissimo. Quest’anno, saranno quasi più determinati i personaggi. Sono tutti nomi importanti, che hanno già fatto o avrebbero potuto già condurre Sanremo”. Non è un caso, infatti, che Carlo Conti abbia definito il suo Festival come “corale”. “Vedremo se sarà così – prosegue –. Le dinamiche tra personaggi hanno bisogno di tempo per svilupparsi. Tra l’altro, Conti ha promesso che finirà prima rispetto al Festival di Amadeus, per cui il ritmo sarà molto cadenzato. Del resto, nei suoi programmi, ha sempre vestito i panni del vigile urbano. Se questa coralità prenderà vita, allora, servirà a dare quel tono da reality, cioè l’idea di un gruppo di amici che, con incarichi e funzioni diverse, partecipano alla realizzazione dell’evento. Sulla stessa linea, si svolgerà la serata dei duetti. Non cambiando le sorti della classifica, alcuni cantanti duetteranno tra di loro. Questo darà al pubblico la sensazione di poter seguire quello che succede tra i cantanti, anche nel dietro le quinte e nei vari momenti extra gara. Se durante l’era Amadeus venivamo a conoscenza del dietro le quinte solo tramite i media o i social, Conti ne ha darà l’ufficialità sul palco”.
A proposito di cantanti, i criteri di selezione sono stati cambiati rispetto agli anni precedenti. Meno giovani all’esordio e più “esperti” dell’Ariston, primo fra tutti Massimo Ranieri (73 anni, il più anziano del gruppo). “Sanremo rispecchia sempre la temperatura del Paese, tanto che si potrebbe tracciare una storia dell’Italia attraverso il Festival – è ancora l’analisi del docente della Cattolica –. È ovvio che, negli ultimi anni, è cambiato molto in Rai, con dirigenti molto più vicini e in linea con il governo attuale. Ecco perchè mi sento di dire che, dal punto di vista dei temi sociali sempre presenti nelle canzoni, è stato fatto un passo indietro. Rispetto agli anni di Amadeus, non ci sono più temi sociali “di peso”. Tematiche come l’immigrazione o la guerra sono sparite. Conti è il conduttore perfetto da questo punto di vista perchè è molto valido e attento, a modo suo, a temi extra musicali, ma che non disturbano e non dividono l’opinione pubblica. Anche in passato ha portato all’Ariston temi sociali su cui tutti siamo d’accordo. Famosa, per esempio, l’ospitata di Sammy Basso. Quest’anno, per esempio, ci sarà Bianca Balti che parlerà della sua esperienza con la malattia. È vero, però, che oggi le scelte di Amadeus non si potrebbero più fare. Una canzone sugli immigrati non sarebbe possibile o sarebbe vista come una provocazione. Questo vale anche per i personaggi. Un esempio: Achille Lauro. Se nel Sanremo di Amadeus si è posto come elemento scandalizzante, oggi è in gara con una canzone d’amore abbastanza tranquilla”. Sarà, quindi, un Sanremo meno coraggioso? O questa pacatezza servirà a controbilanciare le polemiche che al Festival non mancano mai? “Sanremo è un megafono: tutto ciò che viene detto, fatto o visto ha una risonanza nazionale. E questo perchè si parla con un linguaggio emozionale, quello dello storytelling. Le polemiche, comunque, hanno sempre fatto parte della storia del Festival. Negli ultimi anni, però, sono diventate più ‘intime’. Riguardano la famiglia, per esempio. Lo dimostra Fedez che canterà “Bella stronza” riferendosi al suo divorzio con Chiara Ferragni e al gossip di questi giorni”.
