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Brescia
di AGNESE TOMASELLI 08 feb 2018 14:41

Criminale abbandonare la famiglia

Mario Adinolfi, candidato al Senato nel collegio di Brescia-Bergamo per il Popolo della Famiglia, chiede in questa intervista interventi per la famiglia: "La stagione delle mance, soprattutto a fini elettorali, si deve concludere; ci deve essere un intervento strutturale organico, perché senza questo l’Italia muore, non muore solo la famiglia"

Onorevole Adinolfi, perché è nata l’esigenza di essere rappresentati in Parlamento con un partito dedicato alla famiglia?

La legislatura repubblicana che si è appena conclusa è stata una legislatura di leggi contro la vita e contro la famiglia, quindi c’è la necessità di una risposta politica di rappresentanza che faccia sì che la prossima legislatura non sia contro la vita e contro la famiglia. Abbiamo avuto l’approvazione del divorzio breve, della liberalizzazione completa delle pillole abortive spacciate come contraccezione d’emergenza, abbiamo avuto l’approvazione della legge Cirinnà sulle unioni gay e, infine, il bio testamento che in realtà uccide per fame e per sete i malati dei nostri ospedali. Davanti a questo il continuo florilegio di leggi davvero violente, c’è stata una risposta popolare  importante di mobilitazione; due volte sono stato su un palco di fronte a migliaia di persone che chiedevano rispetto per la famiglia, per i figli e che hanno visto inascoltate le loro suppliche rivolte ai politici. I politici erano presenti in piazza, davano l’assenso e dopo pochi mesi erano in parlamento a votare l’esatto opposto. Davanti a questo tradimento del popolo, perché è stato un vero e proprio tradimento adoperato dalle classi politiche, il popolo della famiglia ha ritenuto necessario organizzarsi, a mani nude, senza denaro e senza un reticolato organizzativo pregresso che potesse sostenere questo sforzo, ma devo dire che con grande efficienza alla fine siamo arrivati da Brescia fino a Canicattì a coprire tutto il territorio nazionale con la risposta politica organizzata che è appunto la risposta che sta nel simbolo del Popolo della Famiglia che invitiamo a votare, che io invito a votare, a maggior ragione essendo capolista a Brescia della lista del senato.


Chiaramente la famiglia è uno di quei temi che spesso viene sbandierato in campagna elettorale, ma poi finisce nel cassetto, pensiamo alle politiche di sostegno alla famiglia. C’è qualche ricetta che il Popolo della Famiglia vuole avanzare?

Da 25 anni almeno vengono promesse in campagna elettorale iniziative a favore della famiglia: ci sono stati governi di centrodestra e di centrosinistra, ma non si è mai visto un euro, un sostegno concreto; non è solo una questione economica, c’è anche un problema valoriale. Se tu prometti in campagna elettorale e non mantieni mai, la credibilità delle promesse di questa campagna elettorale è praticamente inutile. Noi abbiamo delle ricette completamente innovative che partono dall’evidenza prima: non nascono più figli. Anche il vescovo di Brescia ha sottolineato con un appello importante e urgente il dramma della denatalità. Bisogna trovare una soluzione e il Popolo della Famiglia propone il reddito di maternità, di riconoscere perciò che le donne che intendono dedicarsi alla famiglia nel momento in cui nasce un figlio, hanno diritto a un vero e proprio reddito: noi proponiamo 1000 euro al mese facilmente reperibili. Poi proponiamo la proposta più tradizionale, sempre sbandierata e mai applicata, che si chiama quoziente famigliare, è giusto che un singolo che guadagna 30mila euro paghi le stesse tasse di un papà di 4 figli che guadagna 30mila euro e deve sostenere una famiglia? La nostra risposta è no, la risposta della costituzione è no, quei 30mila euro sono diversi: uno sfama una persona sola, l’altro sei persone, quindi è evidente che va calcolato il quoziente e le tasse vanno pagate su quel quoziente; si chiama semplicemente riforma famigliare o anche del quoziente famiglia. Abbiamo pensato a 65 azioni che partendo dalla famiglia, bilanciando la famiglia, puntano a bilanciare l’intera economia italiana, perché come diceva S. Giovanni Paolo attraverso la famiglia si leggono tutti i bisogni della società.  L’Italia è stagnante e ferma, ma se investiamo sulla famiglia riparte davvero.


Mi sembra di poter capire che parla di azioni strutturali e non di interventi spot o bonus...

Assolutamente niente più bonus. La stagione delle mance, soprattutto a fini elettorali, si deve concludere; ci deve essere un intervento strutturale organico, perché senza questo l’Italia muore, non muore solo la famiglia, ma la morte della famiglia in Italia è la morte dell’Italia stessa: questo è un Paese con 29 milioni di persone residenti che regolarmente sposate crescono 15 milioni di figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti e si fanno carico di 3,8 milioni di disabili,.Tutto questo è retto dalla famiglia italiana, ad oggi è la famiglia la vera struttura di welfare in Italia. Lasciarla sola, abbandonarla e non sostenerla mai, è davvero un atto criminale da parte della politica.


È evidente però che con l’attuale sistema elettorale si pone anche il problema della collocazione in parlamento. Avete già fatto degli incontri con gli altri partiti per sottoporre queste misure o è un discorso troppo affrettato?

Noi chiediamo il voto al nostro simbolo, chiediamo di superare il 3%: è lo sbarramento più basso che ci sia in qualsiasi legge elettorale del mondo, quindi c’è una grande occasione. Lo voglio dire ai cattolici bresciani, ma anche alle persone di buona volontà: abbiamo una grande occasione di superare questo sbarramento e diventare finalmente protagonisti in parlamento. Evidentemente non metteremo in freezer i nostri voti, se dovessimo superare il 3% otterremmo decine di parlamentari. Cercheremo di far parte di maggioranze di governo con un'unica condizione: che si parta dalle politiche famigliari e si chiuda la stagione delle politiche conto la vita e contro la famiglia.



AGNESE TOMASELLI 08 feb 2018 14:41