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di MARCO MORI 06 feb 2025 08:24

Cumuli di macerie

Enormi macerie, di ogni tipo, fanno da sfondo, in questi giorni, a spettacoli mediatici, personali e sociali. Hamas, ad esempio, libera gli ostaggi israeliani con tanto di diploma di prigionia in mezzo a cumuli di macerie, pretendendo di ostentare la propria forza, come se quelle macerie testimoniassero resistenza e tenacia. L’ex coppia d’oro Fedez-Ferragni si vomita addosso macerie di parole senza le rime ricercate di un rap, come nell’epilogo di una moderna favola in cui si scopre che nulla è stato vero e, fin dal primo istante, il re è sempre stato solo e nudo. Trump sentenzia fastidiosamente sulle macerie degli aerei caduti nel gelido fiume di Washington, insinuando la tesi che, con lui nella torre di controllo, non ci sarebbe stato nessun problema perché tutto sarebbe stato facile. Ognuno usa le macerie per il proprio interesse, nessuno piange su di esse e tutti ci abituiamo a diventare indifferenti alla loro presenza. Ciascuno di noi, in realtà, ha le sue macerie: qualcuna procurata, altre trovate, ma non serve continuare ad usarle come armi, meglio usarle per avvicinarci, perché sono molto simili e abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a spostarle.

MARCO MORI 06 feb 2025 08:24