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di MARCO DERIU 09 apr 2015 00:00

Fuori tempo massimo

23 anni dopo il “Karaoke” torna sulla stessa rete. E il programma simbolo degli anni Novanta non è più lo stesso

Correva l’anno 1992 e il “Karaoke” di Italia 1 faceva cantare la gente in piazza, con Fiorello mattatore. 23 anni dopo il “Karaoke” torna sulla stessa rete, alla stessa ora, ma al posto del Rosario nazionale c’è Angelo Pintus. E il programma simbolo degli anni Novanta non è più lo stesso. L’edizione di oltre 20 anni fa aveva definitivamente lanciato nel firmamento dello spettacolo Fiorello, capace di riproporre in chiave nostrana uno spettacolo che – come si intuisce dal nome – era già un successone in Giappone. Ai comuni cittadini delle piazze italiane si offriva una preziosa occasione per mostrare le proprie doti canore, togliendosi la soddisfazione di esibirsi davanti a una platea o addirittura provando seriamente a sfondare grazie al fortuito ascolto di qualche discografico attento, in tempi in cui i talent show canori dovevano ancora essere pensati.

Alla fine di ogni puntata il pubblico decretava il vincitore. Dopo la messa in onda delle prime puntate registrate, la trasmissione ottenne ascolti tanto bassi che i dirigenti Mediaset (allora Fininvest) valutarono seriamente di sospenderla. Ma poi vi fu una repentina crescita di successo, che portò la rete a rilanciare un programma di tale risonanza che finiva per fare concorrenza diretta ai telegiornali della sera.

Oggi come 20 anni fa il pubblico da casa può cantare insieme ai concorrenti, leggendo le parole sullo schermo. Dopo la conduzione di Fiorello dal 1992 al 1994, toccò al fratello Beppe (allora chiamato Fiorellino) e ad Antonella Elia raccogliere il testimone, ma nel 1995 il programma fu sospeso per l’eccessivo calo di ascolti. Ora è stata affidata a Pintus la riedizione di un formato che appare fuori tempo e che, soprattutto, non presenta più quel carattere di novità e di spontaneità che ne ha segnato la prima edizione. Al nuovo conduttore – di cui si ricorda ancora il pesante “flop” al Festival di Sanremo di quest’anno – è toccata un’eredità pesante, in termini di confronto con il suo illustre predecessore. Il quale, peraltro, veniva dalla gavetta dell’animazione nei villaggi turistici, quindi sapeva captare “a pelle” le emozioni del pubblico presente e reagire istintivamente di conseguenza. Pintus, invece, per quanto si agiti e si prodighi non riesce a somigliare nemmeno un po’ a Fiorello, ma soprattutto non ha una riconoscibilità propria, se non quella come cabarettista-imitatore che può funzionare soltanto se occupa la scena con sketch brevi e battute fulminanti.
MARCO DERIU 09 apr 2015 00:00