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di MAURO TONINELLI 12 mar 2020 13:11

Insegnare con il corpo

Al di là della didattica a distanza, i libri esistono da molto; se bastasse il supporto con il contenuto, non ci sarebbe mai stato bisogno di una scuola e di un insegnante

“Connessione non riuscita”. “Sistema sovraccaricato”. “Troppi utenti in Italia connessi, non si immaginava una affluenza così significativa”… sono solo alcuni dei messaggi che i sistemi stanno generando in queste giornate dedicate alla didattica a distanza. Al di là di problematiche tecniche superabili, facilmente superabili, insegnare è un’altra cosa. Ben venga e, per fortuna, oggi si può comunicare, suggerire letture, esercizi, tenere lezioni in videoconferenza, raccogliere compiti ed elaborati tramite la meraviglia della digitalizzazione, registrare una video-lezione e lasciarla a disposizione degli alunni. Certo ci sono innumerevoli vantaggi e innumerevoli modalità per offrire stimoli allo studio e all’approfondimento. Compreso, salvo le lezioni in streaming, la possibilità di caricare e usufruire dei contributi didattici nel tempo preferito nelle 24 ore della giornata. Ma insegnare non è questo. Non si può essere professori in questo modo. Non si può essere alunni in questo modo. Certo la cronaca ci dice che esistono situazioni di e-learning, titoli universitari dati e ottenuti tramite uno studio a distanza…

Un insegnante insegna con il corpo, con la presenza, con la relazione, con lo sguardo, con l’attenzione al singolo alunno e alla sua storia. Al di là della didattica a distanza, i libri esistono da molto; se bastasse il supporto con il contenuto, non ci sarebbe mai stato bisogno di una scuola e di un insegnante, dato che i libri e i contenuti esistono da parecchio. Uno studente potrebbe studiare direttamente da lì. Ma lo studente è anche allievo, cioè studia sfruttando i contenuti ma impara da un maestro, da colui che, rispetto al contenuto, indica il centro a cui guardare. L’insegnante è colui che, tramite una relazione, dà sapore ai contenuti, dà colore alle sfumature, rende viva la cultura, la rende affascinante all’allievo. L’insegnante è il cantore della passione per l’uomo. Per l’uomo che lui è, per l’uomo che sono e saranno gli alunni, per l’uomo che ha generato cultura, pensiero, arte, bellezza. La didattica a distanza può funzionare se temporanea e se giocata sulla relazione che un insegnante ha saputo costruire nell’aula reale. Questo renderà significativa anche quella didattica non in presenza perché avrà sempre il profumo di una relazione. E se l’insegnante preferisce la distanza? Forse dovrebbe farsi una domanda…visto che il suo essere insegnante necessita di allievi con cui interagire e vincere alla bellezza del sapere.

MAURO TONINELLI 12 mar 2020 13:11