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di BORTOLO AGLIARDI 07 set 2018 13:29

L'innovazione? Una prateria aperta

"Parlando di innovazione e nuove tecnologie, capita di leggere o sentire che siano una vicenda solo per le grandi imprese. Troppi investimenti per i piccoli, manca la struttura, si va verso un mercato fatto solo per i grandi eccetera eccetera...". L'opinione del presidente dell'Associazione Artigiani

Parlando di innovazione e nuove tecnologie, capita di leggere o sentire che siano una vicenda solo per le grandi imprese. Troppi investimenti per i piccoli, manca la struttura, si va verso un mercato fatto solo per i grandi eccetera eccetera. Non che alcune cose non siano vere, intendiamoci: che qualche investimento serva è fuor di dubbio (ma i costi delle nuove tecnologie si stanno abbassando), che sul mercato poi si vedano aggregazioni per fare poli importanti è altrettanto vero. Ma da qui a condividere il ragionamento finale, ovvero che per i piccoli non ci sia più spazio, ce ne corre. Sono in totale disaccordo. Anzi, e per alcuni aspetti, io penso che le nuove tecnologie siano una straordinaria opportunità per artigiani e piccole imprese. Ad una condizione: che si vogliano intraprendere nuove strade, che ci si avvicini al tema con curiosità positiva cercando di capire sì i rischi possibili, ma anche le opportunità che per le nostre aziende queste tecnologie possono rappresentare. Dobbiamo, in altre parole, semplicemente chiederci, di fronte a queste tecnologie: io come potrei utilizzare questa o quella tecnologia? Posso farlo, che vantaggi posso immaginarmi, c'è qualche mio collega che ha già avviato questo percorso? Con che risultati? Ho qualcuno dentro l'azienda in grado di lavorare con queste tecnologia? E se non ce l'ho posso, ad esempio, assumere uno-due giovani che in questa materia certamente ne sanno più di me.

Mi facevo queste riflessioni dopo aver visto quel che chiamano l'artigiano 4.0. Un montatore di infissi, classico mestiere artigiano. Però... Però lavora con un visore che all'interno ha un software che ti fa vedere come si monta correttamente quel serramento. Non solo: il software ha un programma tale per cui se l'artigiano compie un gesto non corretto, se non sta montando come si deve il serramento fa scattare un alert, un allarme, e gli dice: guarda che sbagli, si fa così. E' un esempio: per avere mercato nel futuro prossimo (ma guardate che i tempi corrono) chi monterà serramenti (ma analogo discorso vale per gli idraulici per le caldaie piuttosto che per gli elettricisti con le loro centraline) dovrà essere in grado di avere la manualità che ha sin qui avuto con l'aggiunta di quel software.

Altro esempio. Un nostro giovane calzolaio mi spiegava come ormai fa scarpe su misura a distanza, perché con un suo software è in grado di prendere le misure del cliente, di fargli vedere i diversi pellami e di stabilire il colore e le finiture e quindi di mandargli le scarpe finite con corriere. Ovviamente anche il pagamento è online. Un ciabattino che mette insieme le dita (e quindi la sua capacità di lavoro) al digitale. Ditemi voi se questo non è un nuovo mercato che si apre. E la cosa e gli esempi si potrebbero moltiplicare.

Per questo io dico che le nuove tecnologie sono una opportunità anche per i piccoli: perché possono mettere insieme la mente analogica dell'artigiano medio, con la pulsione digitale dei più giovani. Se si mettono insieme, mi vien da dire, non li ferma nessuno. Certo: servono i giovani, serve la formazione e quindi serve anche la formazione e il coinvolgimento di giovani ed insegnanti. Nei mesi scorsi abbiamo fatto un incontro con 65 insegnanti dei Cfp che (fuori dal loro orario di lavoro) sono venuti a capire meglio il ruolo delle aziende e insieme ci siamo scambiati impressioni, valutazioni, impegni di lavoro. E questo rapporto fra artigiani-professori-studenti lo rinsalderemo in occasione dell'iniziativa che la nostra Associazione farà a fine settembre al Castello di Padernello, così come fatto lo scorso anno.

E quindi e per concludere queste brevi considerazioni dico ai miei colleghi artigiani che a volte possono essere sconsolati e timorosi del domani: l'economia è un animale che si rigenera continuamente, magari assume forme nuove, ma il mondo non scompare. Certo: bisogna aggiornarsi ed innovare. Ma per la gran parte di noi, innovare è proporre in modo nuovo i nostri servizi e prodotti, come ci insegnano il serramentista 4.0 o l'amico ciabattino.

BORTOLO AGLIARDI 07 set 2018 13:29