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Brescia
di CARMINE TRECROCI 16 gen 2025 07:00

L’insostenibile leggerezza del Bitcoin

Un indizio molto chiaro della mancanza di logica e degli ingenti costi sociali di alcuni fenomeni di “tendenza” degli ultimi anni è la traiettoria delle cripto-attività. Ne esistono migliaia, ma la più nota è ovviamente il Bitcoin. In pochi, ne comprendono realmente funzionamento e rischi; ciononostante è diventato meritevole di euforia e attenzione da parte di una gamma molto variegata di persone e di imprese. Non abbiamo qui spazio sufficiente per un’analisi adeguata dei suoi meccanismi, ma è possibile chiarirne gli aspetti salienti. Nonostante, oggi, sul mercato, valga di più di 100mila dollari per unità, nel lungo termine, il valore finanziario fondamentale del Bitcoin è probabilmente pari a zero. Diversamente da un’azione o un’obbligazione, non c’è alcuna probabilità che i suoi detentori conseguano uno straccio di dividendo o una cedola. La tecnologia che sostiene la blockchain Bitcoin (DLT) limita il numero delle transazioni per secondo a meno di 10, un valore ridicolmente basso.

La volatilità estrema della sua quotazione, pari a più di sei volte quella media delle azioni Usa e a circa 12 volte quella delle obbligazioni societarie, lo rende inutilizzabile come unità di conto per i prezzi di beni e servizi. La stessa mancanza di stabilità, trasparenza e accettazione universale ne previene certamente anche l’impiego come mezzo di pagamento ordinario, tant’è che, al momento, gran parte degli scambi nei quali viene impiegato sono illegali: riciclaggio di denaro, riscatti, estorsioni, transazioni finanziarie illecite e illiquide. La produzione del Bitcoin e le sue transazioni assorbono energia elettrica ed emettono gas serra quanto Stati della dimensione di Sudafrica o Egitto. Il valore sociale del Bitcoin, quindi, potrebbe essere addirittura negativo, anziché semplicemente nullo. Tuttavia, spinto dal rumoroso tamtam ideologico del trumpismo e da una colpevole superficialità delle autorità di regolazione, il Bitcoin ormai è la settima attività finanziaria a maggiore capitalizzazione, a quasi 2 mila miliardi di dollari.

Cosa sarà dei fondi su di esso variamente collocati quando il mercato fatalmente ne “scoprirà” l’autentico valore intrinseco? La prossima crisi finanziaria sistemica rischia di essere innescata proprio da un crollo del genere. Il migliore servizio che i governi possono offrire alla causa delle valute digitali, che rappresentano senza dubbio il futuro prossimo della moneta, è proprio moltiplicare gli sforzi per il contrasto all’uso dei pagamenti digitali per le attività di riciclaggio, la finanza terroristica e altri traffici illeciti.

CARMINE TRECROCI 16 gen 2025 07:00