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Brescia
di GIORGIO BERETTA 11 gen 2024 08:47

La destra e il culto delle armi

È diventato un caso politico quanto accaduto al deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo. Durante la festa di Capodanno nei locali della Pro loco di Rosazza (Biella), dalla sua pistola tascabile regolarmente detenuta sarebbe partito “accidentalmente” un colpo che ha ferito alla gamba il genero di un agente della scorta del sottosegretario alla Giustizia e compagno di partito Andrea Delmastro. Pozzolo non è inesperto di armi. Prima della licenza per difesa personale – ottenuta “per le sue posizioni in difesa della resistenza iraniana” – aveva una licenza per uso sportivo grazie alla quale detiene, tra pistole e carabine, altre sei armi.

Ma, soprattutto, Pozzolo è l’ultimo di una lunga serie di politici delle destre che non ha mancato di mostrarsi in pubblico con le armi, vere o repliche, e di vantarne il possesso: dal sindaco-sceriffo di Treviso Giancarlo Gentilini al suo collega Massimo Bitonci (oggi sottosegretario al ministero delle Imprese e del “Made in Italy”) che nel 2016 girava per Padova armato di una Smith & Wesson; dal primo cittadino di Borgosesia e europarlamentare Gianluca Bonanno all’ex sindaco di Albettone, oggi consigliere regionale in Veneto, Joe Formaggio all’assessore alla sicurezza di Voghera, Massimo Adriatici, che nel luglio 2021, dopo una lite per strada, ha sparato e ucciso Youns El Boussettaoui. E, soprattutto, il leader della Lega, Matteo Salvini, sempre presente alla fiera delle armi di Vicenza per farsi fotografare con in mano un fucile. I politici di Fratelli d’Italia hanno però scalzato quelli della Lega. Oggi il riferimento della lobby delle armi è il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, stimatissimo dalla Meloni.

Le esternazioni dei politici sono condivise dall’elettorato di destra. L’ultimo rapporto di Eurispes segnala infatti la propensione degli elettori di destra a legittimare il possesso delle armi da fuoco. Mentre per la parte principale degli italiani (44,8%) e degli elettori di centro-sinistra (59,3%) il possesso di un’arma da fuoco “rappresenta un pericolo”, solo il 30,8% di quelli di destra lo ritiene tale e il 28,5% ne legittima il possesso “per difendersi da malintenzionati”: il 48,5% la utilizzerebbe “se sentisse minacciato se stesso o la propria famiglia”. Da notare che le persone più propense a legittimare il possesso di armi rivelano un basso livello di istruzione: il 39,1% possiede solo la licenza elementare e 26,7% la licenza media. Più che una “cultura della armi”, quello che le destre – e i loro esponenti politici – esprimono sembra un “culto delle armi”: un mezzo, facile e diretto, per l’autodifesa. Senza troppi pensieri.

GIORGIO BERETTA 11 gen 2024 08:47