Minaccia nucleare

Una forte preoccupazione e un accorato appello. Le parole di papa Leone XIV nell’udienza di sabato scorso vanno ascoltate e meditate. A poche ore dallo scoppio delle tensioni tra Israele e Iran a seguito degli attacchi militari israeliani alla Repubblica islamica e alla successiva risposta di missili iraniani su Tel Aviv e Gerusalemme, il Papa ha innanzitutto espresso un sentimento comune: “In questi giorni giungono notizie che destano molta preoccupazione”. Non c’è sconforto né rassegnazione nella parole di Leone, bensì una chiara consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo. Da qui il suo appello “alla responsabilità e alla ragione”. Che si devono concretizzare in un preciso impegno: “L’impegno per costruire un mondo più sicuro e libero dalla minaccia nucleare”. Da perseguire “attraverso un incontro rispettoso e un dialogo sincero, per edificare una pace duratura, fondata sulla giustizia, sulla fraternità e sul bene comune”. Si calcola che siano 12mila le testate nucleari nel mondo, la gran parte detenute da Stati Uniti e Russia e un numero molto minore dagli altri Stati firmatari del “Trattato di non proliferazione nucleare”: Cina, Francia e Regno Unito. Ma vi sono altre nazioni che, pur non aderendo ad alcun trattato, hanno sviluppato e posseggono ordigni nucleari: India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Nel 2024 – riporta la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (Ican) – la spesa per rinnovare gli arsenali nucleari ha superato i 100 miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti hanno speso più di tutti (56,8 miliardi di dollari), seguiti dalla Cina (12,5 miliardi), Regno Unito (10,4 miliardi) e Russia (8,2 miliardi). Una cifra folle di 274 milioni di dollari viene spesa ogni giorno per mantenere gli arsenali nucleari. È il prezzo pagato alla cosiddetta “deterrenza” che ha un chiaro effetto: aumentare le spese per armamenti, anche nucleari. Ma il mondo non è affatto più sicuro. “Nessuno dovrebbe mai minacciare l’esistenza dell’altro”, ha ammonito papa Leone. E ogni nazione ha un compito inderogabile: “Sostenere la causa della pace, avviando cammini di riconciliazione e favorendo soluzioni che garantiscano sicurezza e dignità per tutti”. Un compito che riguarda anche l’Italia sul cui territorio sono presenti gli ordigni nucleari “tattici” degli Stati Uniti. Su cui vige un complice silenzio.
