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Brescia
di GIORGIO BERETTA 09 mag 2024 09:51

Sapere è una garanzia (per tutti)

C’è un aspetto particolarmente esecrabile nelle modifiche che il governo sta apportando alle legge 185 che nel 1990 ha introdotto in Italia “Nuove norme sul controllo dell’esportazione dei materiali di armamento”. La legge – è bene ricordarlo – è stata una conquista delle associazioni cattoliche e laiche che negli anni Ottanta hanno promosso un’ampia mobilitazione nazionale che ha portato il parlamento a definire norme rigorose per impedire l’esportazione di materiali militari non solo agli Stati sottoposti a misure di embargo, ma anche a Paesi coinvolti in conflitti armati e a governi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Prima, per cinquant’anni, era rimasta in vigore la legge fascista promulgata col Regio Decreto n. 1161 dell’11 luglio 1941, firmato da Mussolini, Ciano, Teruzzi e Grandi, con cui l’intera materia delle esportazioni di armamenti era vincolata al “segreto di Stato”. Con le modifiche promosse, oggi il governo vuole reintrodurre una sorta di “segretezza di Stato” dando al parlamento e alla società solo poche e generiche informazioni su un business miliardario, come l’export di armamenti, che riguarda la sicurezza di tutti. Nello specifico il governo intende eliminare dalla Relazione annuale della Presidenza del Consiglio tutti i dati sulle attività delle banche nelle esportazioni di armamenti. Proprio queste informazioni hanno finora permesso di documentare numerose esportazioni di sistemi militari a Paesi a rischio e di conoscere gli istituti di credito che le hanno appoggiate.

Con la modifica, i correntisti non sapranno più quali sono le banche, nazionali ed estere, che traggono profitti dal commercio di armi in particolare verso regimi autoritari e Paesi in guerra. Sono informazioni rilevanti non solo per i singoli correntisti che vogliono sapere se l’istituto di credito al quale affidano i propri risparmi finanzia o sostiene le aziende degli armamenti, ma anche per le parrocchie, i gruppi missionari, le associazioni di volontariato che intendono chiedere un prestito, un contributo o accettare una donazione da parte di una banca. Grazie all’azione della Campagna di pressione alle “banche armate”, dal 2000 molte banche italiane hanno adottato delle direttive restrittive riguardo alle attività nel settore degli armamenti. La norma oggi in vigore – e che il governo vuole cancellare – è quindi una garanzia anche per queste banche per certificare che le restrizioni adottate sono effettivamente osservate. Sapere è un valore, ma anche un diritto. A garanzia di tutti.




(Foto ANSA/SIR)


GIORGIO BERETTA 09 mag 2024 09:51