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Port Luis
di M. MICHELA NICOLAIS 10 set 2019 07:53

Migrazioni: cambiamento d'epoca

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"Accettare la sfida dell'accoglienza e della protezione dei migranti" e "incentivare una conversione ecologica integrale". Sono i due imperativi centrali del viaggio del Papa nelle isole Maurizio, ultima tappa in Africa dopo il Mozambico e il Madagascar. I mauriziani pianteranno 100mila alberi, che Francesco ha benedetto al termine del discorso alle autorità. Questa sera il rientro in Italia

“Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”. “La risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini”. Papa Francesco ha celebrato la Messa a Port Louis, nella spianata che fa da cornice al Monumento di Maria Regina della Pace, e mentre oltre 100mila persone in festa, provenienti da tutto l’Oceano Indiano, lo acclamano agitando rami di palme, cita subito l’ “apostolo dell’unità mauriziana”, il beato Jacques-Désiré Laval, “tanto venerato in queste terre”, le cui reliquie sono sull’altare. È festa nazionale, nelle isole Mauritius, e in moltissimi sono accorsi per vedere, nella sua ultima tappa del viaggio apostolico in Africa, il successore di Pietro che rende omaggio a colui che cristiani, indù, musulmani e buddisti, considerano il padre della nazione. In una terra multietnica, multireligiosa e multiculturale conosciuta nel mondo per le sue attrazioni turistiche, l’omaggio scelto dai mauriziani per rendere indelebile questa giornata storica è in puro stile “Laudato sì”: sono 100mila, infatti, gli alberi che saranno piantati aderendo all’appello di Bergoglio per una ecologia integrale, e che il Papa ha benedetto nel secondo e ultimo appuntamento pubblico della giornata e dell’intero viaggio in Africa, dopo le tappe in Mozambico e in Madagascar. E il discorso alle autorità termina proprio con l’invito ad “andare avanti con quell’atteggiamento costruttivo che spinge a incentivare una conversione ecologica integrale”, obiettivo centrale nell’enciclica di Bergoglio, che “mira non solo a evitare terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma cerca anche di promuovere un cambiamento negli stili di vita in modo che la crescita economica possa davvero giovare a tutti, senza correre il rischio di provocare catastrofi ecologiche o gravi crisi sociali”.

L’ultimo discorso del Papa in terra d’Africa, dai forti accenti politici, è cominciato con la menzione della questione decisiva, in quello che Bergoglio definisce “un cambiamento d’epoca”, e non un’epoca di cambiamento: le migrazioni. “Accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che oggi vengono qui per trovare lavoro, e, per molti di loro, migliori condizioni di vita per le loro famiglie”, l’imperativo. “Il Dna del vostro popolo – ha ricordato papa Francesco dal palazzo presidenziale di Port Louis – conserva la memoria di quei movimenti migratori che hanno portato i vostri antenati su questa isola e che li hanno anche condotti ad aprirsi alle differenze per integrarle e promuoverle in vista del bene di tutti”: “Abbiate a cuore di accoglierli come i vostri antenati hanno saputo accogliersi a vicenda, quali protagonisti e difensori di una vera cultura dell’incontro che consente ai migranti – e a tutti – di essere riconosciuti nella loro dignità e nei loro diritti”, la consegna di Francesco. Le isole Mauritius, nelle parole del Papa, sono una dimostrazione che “è possibile raggiungere una pace stabile a partire dalla convinzione che la diversità è bella quando accetta di entrare costantemente in un processo di riconciliazione, fino a sigillare una specie di patto culturale che faccia emergere una ‘diversità riconciliata’. Questa è base e opportunità per la costruzione di una effettiva comunione all’interno della grande famiglia umana senza la necessità di emarginare, escludere o respingere”.  Per continuare ad essere “un’oasi di pace”, le isole Mauritius devono conservare “la tradizione democratica instaurata a partire dall’indipendenza”. “Essere un esempio per coloro che contano su di voi, specialmente per i giovani”, l’appello ai politici, insieme a quello a “combattere tutte le forme di corruzione”. “La crescita economica non vada sempre a vantaggio di tutti e che lasci da parte un certo numero di persone, specialmente i giovani”, il monito per riuscire a “sviluppare una politica economica orientata alle persone e che sappia privilegiare una migliore distribuzione delle entrate, la creazione di opportunità di lavoro e una promozione integrale dei più poveri”, senza “cedere alla tentazione di un modello economico idolatrico che ha bisogno di sacrificare vite umane sull’altare della speculazione e della mera redditività, che tiene conto solo del beneficio immediato a scapito della protezione dei più poveri, dell’ambiente e delle sue risorse”.

“I giovani sono la nostra prima missione”, la raccomandazione di papa Francesco nella Messa che ha aperto la giornata, sulla scia dell’attenzione speciale riservata al “popolo” giovane – la maggioranza della popolazione – mostrata in tutte le tappe della sua trasferta in Africa. Bisogna imparare “a riconoscere e fornire ad essi un posto in seno alla nostra comunità e alla nostra società”, ha detto il Papa. “Com’è duro constatare che, nonostante la crescita economica che il vostro Paese ha avuto negli ultimi decenni, sono i giovani a soffrire di più, sono loro a risentire maggiormente della disoccupazione che non solo provoca un futuro incerto, ma inoltre toglie ad essi la possibilità di sentirsi protagonisti della loro storia comune”, il grido d’allarme: “Futuro incerto che li spinge fuori strada e li costringe a scrivere la loro vita ai margini, lasciandoli vulnerabili e quasi senza punti di riferimento davanti alle nuove forme di schiavitù di questo secolo XXI”. “Non lasciamoci rubare il volto giovane della Chiesa e della società! Non permettiamo ai mercanti di morte di rubare le primizie di questa terra”, l’appello centrale dell’omelia, insieme a una denuncia: “I nostri giovani e quanti come loro sentono di non avere voce perché sono immersi nella precarietà”.

Il Papa farà ritorno in Italia questa sera.

M. MICHELA NICOLAIS 10 set 2019 07:53