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Cesena
di MASSIMO VENTURELLI 02 ott 2017 08:19

Politica e migranti: inviti del Papa

Le parole di papa Francesco pronunciate nel corso della visita a Cesena e Bologna, su due delle più evidenti urgenze di cui soffre il Paese

Politica e migranti, binomio che molto spesso in Italia è sinonimo di polemiche e spaccature, sono i due i temi che, più di altri, hanno segnato la visita compiuta ieri da papa Francesco a Cesena a Bologna. Nella cittadina romagnola il Papa, incontrando la cittadinanza, ha ricordato che la politica non dovrebbe essere né serva né padrona, ma “amica e collaboratrice”, capace di lavorare coraggiosamente per il “bene comune”, senza lasciarsi tentare dalla corruzione. Papa Francesco a Cesena, nel terzo centenario della nascita di Pio VI, ha parlato della funzione della politica in Piazza del Popolo, un luogo emblematico, ha detto, perché la “piazza è del popolo” e proprio in questi spazi “le aspirazioni dei singoli si confrontano con le esigenze, le aspettative e i sogni dell’intera cittadinanza”. In una città “ricca di civiltà e carica di storia”, papa Francesco ha messo a fuoco, ancora una volta, quale dovrebbe essere il volto vero della politica, non “asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza di fazioni o centri di interessi. La vera ragion di essere della politica dovrebbe essere l’interesse dell’intera cittadinanza, da perseguire in modo responsabile e prudente, in modo tale da far “crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione”, senza lasciare “ai margini alcune categorie” e senza saccheggiare e inquinare “le risorse naturali”, che non “sono un pozzo senza fondo ma un tesoro donatoci da Dio perché lo usiamo con rispetto e intelligenza”.

Dinanzi a una piazza gremita, il Papa ha riconosciuto anche le diverse tentazioni alla quali non di rado il cuore dell’uomo cede, prima fra tutte la corruzione, “tarlo della vocazione politica”. “La corruzione – ha detto – non lascia crescere la civiltà”. Un buon politico deve mettere dinanzi a tutto il bene comune, anche dinanzi alle proprie idee, quando richiesto. “Il buon politico sempre finisce per essere un martire al servizio perché lascia le proprie idee ma non le abbandona, le mette in discussione con tutti per andare verso il bene comune”.

Ai protagonisti della vita politica, ha continuato, bisogna chiedere coerenza d’impegno, preparazione, rettitudine morale, capacità d’iniziativa, pazienza e forza d’animo nell’affrontare le sfide di oggi, senza tuttavia pretendere un’impossibile perfezione”. Tutti, infatti, siamo imperfetti e tutti possiamo sbagliare. La bacchetta magica non funziona neanche in politica, ecco perché non ha senso “balconare” la vita aspettando che gli altri falliscano. “E’ un comportamento che non costruisce la civiltà”.

Spostatosi a Bologna, il Papa ha incontrato i migranti assistiti presso l’Hub regionale di via Enrico Mattei. Molti migranti avevano in mano dei cartelli con scritto: “Abbiamo bisogno dei documenti. Ci aiuti”. "Molti – sono state le prime parole di papa Francesco - non vi conoscono e hanno paura. Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia. Senza questa, l’altro resta un estraneo, addirittura un nemico, e non può diventare il mio prossimo. Da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet. Se guardiamo il prossimo senza misericordia, non ci rendiamo conto della sua sofferenza, dei suoi problemi".

Il fenomeno migratorio, ha continuato, “richiede visione e grande determinazione nella gestione, intelligenza e strutture, meccanismi chiari che non permettano distorsioni o sfruttamenti, ancora più inaccettabili perché fatti sui poveri. Credo davvero necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all’accoglienza e aprano corridoi umanitari per i rifugiati in situazioni più difficili, per evitare attese insopportabili e tempi persi che possono illudere.

L’integrazione inizia con la conoscenza”. Per questo ha esortato i migranti “ad essere aperti alla cultura di questa città, pronti a camminare sulla strada indicata dalle leggi di questo Paese”.
MASSIMO VENTURELLI 02 ott 2017 08:19