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Roma
di REDAZIONE 19 mar 2018 12:22

Prudenti sì, paurosi no

"Abbiamo bisogno di voi giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma non truccato”. Rileggi alcuni passaggi del Papa nel discorso ai 300 giovani presenti al pre-Sinodo dei giovani

“Il prossimo Sinodo sarà anche un appello rivolto alla Chiesa, perché riscopra un rinnovato dinamismo giovanile”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso di apertura del pre-Sinodo ha citato anche alcune e-mail del questionario messo in rete dalla Segreteria del Sinodo, che ha ringraziato per l’impegno profuso nell’organizzare questa iniziativa in preparazione al Sinodo di ottobre. “Mi ha colpito l’appello lanciato da diversi giovani, che chiedono agli adulti di stare loro vicini e di aiutarli nelle scelte importanti”, la testimonianza di Francesco: “Una ragazza ha osservato che ai giovani mancano punti di riferimento e che nessuno li sprona ad attivare le risorse che hanno. Poi, accanto agli aspetti positivi del mondo giovanile, ha sottolineato i pericoli, tra cui l’alcool, la droga, una sessualità vissuta in maniera consumistica. Sono dipendenze. E ha concluso quasi con un grido: ‘Aiutate il nostro mondo giovanile che va sempre più a rotoli'”. “Non so se il mondo giovanile vada sempre più a rotoli”, ha commentato il Papa: “Ma sento che il grido di questa ragazza è sincero e richiede attenzione. Sta a voi rispondere a questa ragazza, interloquire, è una di voi”. “Anche nella Chiesa dobbiamo imparare nuove modalità di presenza e di vicinanza”, ha proseguito Francesco, che poi ha aggiunto a braccio: “I giovani oggi chiedono alla Chiesa vicinanza. Voi cristiani, voi che credete nella vicinanza di Cristo, voi cattolici: siate vicini, non lontani, e voi sapete bene che ci sono tante modalità di allontanarsi”. No, allora, ai “guanti bianchi”, alla tentazione di “prendere le distanze per non sporcarsi le mani”: “Oggi i giovani ci chiedono vicinanza: ai cattolici, ai credenti, a noi credenti, tutti”.

Un esempio, apprezzato dai giovani in una delle loro mail, è la vicinanza dei religiosi in mezzo ai giovani: “Uomini e donne consacrate che sono vicini, ascoltano, conoscono, e a chi chiede consiglio, consigliano. Io conosco qualcuno di voi che fa questo”. Poi Francesco ha citato “lo splendido messaggio ai giovani del Concilio Vaticano II”. “È anche oggi uno stimolo a lottare contro ogni egoismo e a costruire con coraggio un mondo migliore”, ha commentato: “È un invito a cercare nuovi cammini e a percorrerli con audacia e fiducia, tenendo fisso lo sguardo su Gesù e aprendosi allo Spirito Santo, per ringiovanire il volto stesso della Chiesa. Perché è in Gesù e nello Spirito che la Chiesa trova la forza di rinnovarsi sempre, compiendo una revisione di vita sul suo modo di essere, chiedendo perdono per le sue fragilità e inadeguatezze, non risparmiando le energie per mettersi al servizio di tutti, col solo intento di essere fedele alla missione che il Signore le ha affidato: vivere e annunciare il Vangelo”.

“Un uomo o una donna che non rischia non matura: un’istituzione che fa scelte per non rischiare rimane bambina, non cresce”. “Rischiate, accompagnati dalla prudenza, dal consiglio, ma andate avanti. Senza rischiare sapete cosa succede a un giovane? Invecchia, va in pensione a vent’anni. Un giovane invecchia e invecchia pure la Chiesa”. “Lo dico con dolore”, ha proseguito Francesco sempre fuori testo: “Quante volte trovo comunità cristiane, anche di giovani, che sono vecchie: sono invecchiate perché avevano paura di uscire alle periferie esistenziali della vita, di uscire lì dove si gioca il futuro. Una cosa è la prudenza, che è una virtù, un’altra è la paura”. “Perciò abbiamo bisogno di voi giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma non truccato”, ha spiegato il Papa: “Non ringiovanito artificialmente, ma ravvivato da dentro. E voi ci provocate a uscire dalla logica del ‘si è sempre fatto così’”. “Questo è un veleno”, ha commentato Francesco a braccio, “ma un veleno dolce, perché ti tranquillizza l’anima, ti lascia un po’ anestetizzato e non ti fa camminare”. “Restare in modo creativo nel solco dell’autentica tradizione cristiana”, la direzione di marcia indicata dal Papa: “Ai cristiani raccomando di leggere il libro degli Atti degli apostoli. La creatività di quegli uomini: sapevano andare avanti con una creatività che, se facciamo una traduzione su quello che significa oggi, ci spaventa”. “Voi create una cultura nuova, ma questa cultura non può essere sradicata”, il monito ai giovani: “Un passo avanti, ma guarda le radici. Non torni alle radici perché finiresti sotterrato, un passo avanti ma sempre con le radici”.

“E le radici sono i vecchi”, ha ripetuto sempre fuori testo il Papa tornando su un tema a lui caro: “Sono bravi i vecchi! Le radici sono i nonni, sono quelli che hanno vissuto la vita e che questa cultura dello scarto li scarta, perché non servono, li manda fuori. I vecchi hanno questo carisma di portare le radici”. “Parlate con i vecchi”, il consiglio di Francesco, che ha raccontato un episodio accaduto quando, da vescovo a Buenos Aires, aveva suggerito ai giovani di andare a trovare gli anziani in una casa di riposo portando con sé una chitarra. “Un’oretta, avevo detto. Sono stati lì più di due ore, non volevano uscire, perché i vecchi hanno sentito la chitarra e si sono svegliati e i giovani hanno sentito cose che li toccavano dentro, hanno preso la saggezza e sono andati avanti”. Di qui l’attualità della profezia di Gioele: “I vecchi sogneranno e i giovani profetizzeranno”. “Noi abbiamo bisogno di giovani profeti, ma mai sarete profeti se non prendete i sogni dei vecchi, se non andate a fare sognare un vecchio perché è annoiato e nessuno lo ascolta. Fate sognare i vecchi, e questi sogni vi faranno andare avanti”.

REDAZIONE 19 mar 2018 12:22