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Roma
di REDAZIONE 13 feb 2017 08:17

Santa Sede inviato speciale a Medjugorje

Papa Francesco ha incaricato mons. Henryk Hoser, vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi nella cittadina della Bosnia Erzegovina per acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro.

Un inviato speciale della Santa Sede a Medjugorje per acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. È questo il senso della scelta di papa Francesco che nei giorni scorsi ha incaricato mons. Henryk Hoser, vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi nella cittadina della Bosnia Erzegovina. Mons. Hoser, che continuerà ad esercitare l’ufficio di arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga, dovrebbe completare il suo mandato entro l’estate prossima”.

In merito alla nomina il direttore della Sala Stampa vaticana, Greg Burke, ha sottolineato che “la missione dell’inviato speciale è un segno di attenzione del Papa  verso i pellegrini. L’inviato non entrerà nella questione delle apparizioni mariane, che sono di competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede”. Quindi ha concluso: “È una missione per i pellegrini, non è contro nessuno” accennando alle polemiche create da alcuni media secondo cui l’invio di mons. Hoser avrebbe costituito una sorta di commissariamento.

“Ho sempre servito la Chiesa, e così anche questa volta ho accettato la non facile missione a Medjugorje”:  ha afefrmato mons. Henryk Hoser, ricordando di avere già in precedenza svolto dei compiti simili in vari Paesi africani. Il 74enne arcivescovo di Varsavia-Praga, nominato da Papa Francesco inviato speciale a Medjugorje, ha una vasta esperienza pastorale. Negli anni 1975-1996 è stato missionario in Ruanda e Zaire, e dopo, dal 2005 al 2008 segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie. Da arcivescovo di Varsavia-Praga (la parte della capitale polacca situata sulla riva est del fiume Vistola) si è fatto conoscere come strenuo difensore della vita dal concepimento fino alla morte naturale. In quel compito gli sono particolarmente utili gli studi di medicina e il lavoro in ospedale che avevano preceduto la sua ordinazione sacerdotale (1974).

Le presunte apparizioni della Vergine a Medjugorje (diocesi di Mostar in Bosnia ed Erzegovina) iniziarono nel 1981 e durano fino ad oggi, anche nei siti diversi, poiché sono legate al gruppo dei veggenti e non ad un luogo preciso e definito. Nel 1991 l’episcopato dell’ex Jugoslavia dichiarò di non poter confermare il carattere soprannaturale delle visioni. A gennaio del 2014 terminarono i lavori della Commissione internazionale presieduta dal card. Camillo Ruini che ha stilato il rapporto su Medjugorje in base al quale la Congregazione per la Dottrina della Fede prenderà le decisioni che poi saranno presentate al Papa: l’ultima parola sarà quella del Santo Padre. Si prevede che tale parere verrà emesso al termine della missione pastorale di mons. Hoser che fino alla fine dell’estate dovrebbe valutare le necessità pastorali dei circa 2 milioni di pellegrini che nell’arco dell’anno si recano a Medjugorje.

REDAZIONE 13 feb 2017 08:17