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Bedizzole
di LAURA DI PALMA 16 ago 2022 11:49

Banderini: Amare la realtà

Don Gabriele Banderini è stato chiamato a guidare le parrocchie di Santo Stefano Protomartire e di San Vito a Bedizzole

Un nuovo pastore per le due parrocchie di Bedizzole, dedicate a Santo Stefano Protomartire e a San Vito. A guidare le comunità parrocchiali sarà infatti don Gabriele Banderini che ha da poco concluso la sua opera a Inzino e Magno di Gardone Valtrompia. Don Banderini, nato nel 1963, è stato ordinato sacerdote nel 1988. Dal 1988 al 1995 è stato vicario parrocchiale a Castelcovati. Dal 1995 al 2002 è stato vicario parrocchiale a Gavardo, fino alla prima nomina a parroco, nelle comunità di Collio di Vobarno e Degagna, che ha guidato sino al 2012, anno in cui il Vescovo lo ha scelto come parroco di Inzino. Nel 2017 gli viene affidata anche la cura della parrocchia di Magno di Gardone Valtrompia.

Don Gabriele, com’è nata la sua vocazione?

La storia della mia vocazione è segnata da alcuni incontri importanti. Frequentavo l’oratorio a Salò, dove c’era un giovane sacerdote che era anche il mio insegnante di religione al liceo. Riuscì a creare un gruppo di ragazzi e ragazze e, osservando il modo con cui che si dedicava ai giovani, iniziò a farsi strada in me l’idea della scelta sacerdotale. Un altro incontro importante che ha segnato la mia vita è stato poi quello con la Comunità Ecumenica di Taizè che mi portò a interrogarmi su quello che avrei potuto fare per cambiare il mondo. Così, terminato il liceo, decisi di entrare in Seminari. Al termine del colloquio orale della Maturità quando annunciai la decisione i miei professori, rimasero molto colpiti dalla mia scelta, che era un po’ controcorrente rispetto alla mia personalità.

Ora il Vescovo la chiama a una nuova esperienza, la guida di due comunità...

Sì, si tratta di una nuova pagina del mio ministero che si inserisce nella scelta operata dalla Diocesi che, con il Sinodo 2012, ha imboccato la strada delle unità pastorali che porta con sé vari aspetti positivi che segneranno anche il mio cammino. Un’unità pastorale permette anzitutto una maggiore possibilità di comunione tra i sacerdoti; inoltre, le unità pastorali in molti casi vengono a corrispondere alle unità civili e, in base all’esperienza da me vissuta, ho notato come, l’avere un’interfaccia unica per quanto riguarda la presenza della Chiesa sul territorio, funziona decisamente. Un unico sindaco e un unico parroco, che lavorano ognuno ai propri compiti ma per il bene di un’unica comunità: è questa la realtà che mi aspetta a Bedizzole.

 Quali attenzioni pensa di mettere nella sua pastorale?

La prima attenzione che ho sempre cercato di mettere nella mia pastorale è, anzitutto, quella al territorio, promuovendo, laddove possibile, l’autonomia delle piccole comunità già presenti. Un sacerdote viene inviato al servizio di una comunità e sono convinto che, la prima cosa da fare per lui è quella di conoscere e amare la realtà che va a servire, cercando di entrare nella realtà locale. Alla base della scelta di un Vescovo di inviare un sacerdote a una comunità c’è, senza dubbio, un discorso di comunione tra il Vescovo e il sacerdote in questione che non è un “profeta venuto dal Cielo”, ma, essendo stato inviato dal Vescovo stesso dovrebbe essere considerato dalla comunità come un dono. Il sacerdote viene inviato a una comunità per essere capo e guida della stessa, ricoprendo anche l’importante ruolo di garante dei diritti dei fedeli. La parrocchia, infatti, non è di qualcuno in particolare, ma è di tutti e tutti si devono sempre sentire a casa in essa.

Don Gabriele, c’è una frase alla quale è particolarmente legato?

“Sono pronto a tutto, accetto tutto. La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature” è una frase tratta dalla preghiera d’abbandono di Charles de Foucauld e che mi ha insegnato come la realtà che ti viene incontro è un dono di Dio e tu dovresti accettarla ed amarla.

Cosa vorrebbe dire ai suoi nuovi parrocchiani di Bedizzole?

Vorrei dire loro che mi sto preparando a incontrarli e desidero abbracciarli. Ma il mio pensiero va anche al mio predecessore don Franco. Voglio augurargli di cuore la possibilità di continuare al meglio il suo ministero a servizio della Chiesa bresciana.

LAURA DI PALMA 16 ago 2022 11:49