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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 09 mar 2015 00:00

Cyberbullismo e altri pericoli del web: un libro spiega come difendersi

Giovedì 5 marzo all'Università cattolica Domenico Geracitano, collaboratore tecnico capo della Polizia di Stato, in forza alla Questura di Brescia, ha illustrato agli studenti dell'Arici il contenuto del volume “Internet, un nuovo mondo. Costruiamolo”

“Internet, un nuovo mondo. Costruiamolo”. E’ il titolo del libro di Domenico Geracitano, collaboratore tecnico capo della Polizia di Stato, in forza alla Questura di Brescia. L’autore, che ha redatto una guida su come comportarsi su internet, sui social, è impegnato in questi giorni in un tour per sensibilizzare gli studenti a queste tematiche. Giovedì scorso, 5 marzo, il libro è stato presentato all’Università cattolica, in occasione di un incontro con i ragazzi dell’Arici. A margine della presentazione abbiamo posto alcune domande all'autore.

Il web è sicuramente una grande risorsa, ha segnato un cambiamento epocale, ma come tutte le trasformazioni anche internet cela diversi pericoli, soprattutto per i più giovani. Ci può illustrare quali sono le maggiori trappole in cui possiamo incorrere? Noi, come i nostri ragazzi.
Internet riveste una grande importanza oggi, soprattutto fra i ragazzi. Dobbiamo riconoscere che l’avvento del web rappresenta la seconda rivoluzione culturale dopo quella scaturita dall’avvento della scrittura. Internet ha la capacità di aiutarci tantissimo nella comunicazione, è uno strumento molto forte, da qui i rischi derivanti, però, dalla nostra ignoranza nell’usarlo. Uno dei maggiori problemi legati al web è il cyberbullismo, l’evoluzione del bullismo per come lo conoscevamo qualche anno fa. I problemi spesso sorgono quando gli stessi ragazzi caricano sui social le proprie immagini, senza la reale consapevolezza di dove vadano a finire, con il rischio, per altro, di cadere nelle trappole dei pedofili. Sono queste le maggiori negatività del web che, ripeto, emergono dall’uso sconsiderato di questo strumento virtuale da parte dei ragazzi.

Varie scuole vi hanno chiamato a tenere seminari sul cyberbullismo...
Come Polizia di Stato abbiamo ricevute diverse richieste da parte delle varie scuole del territorio. Sono 97, per l’esattezza, gli istituti che hanno richiesto il nostro intervento e durante gli incontri, ascoltando i ragazzi, spesso e volentieri, abbiamo compreso come gli episodi di episodi di cyberbulliismo nascano da una errata concezione dello “schermo”, visto in quanto tale, senza una reale comprensione della forza comunicativa di questo strumento: spesso gli adolescenti tendono a dimenticare che dall’altra parte del monitor ci sono delle persone, degli esseri umani… Di conseguenza i ragazzi utilizzano il web per offendere, per attaccare altri coetanei. Durante i nostri incontri nelle scuole cerchiamo di fare capire agli studenti l’importanza di essere uno spettatore attivo, negli episodi di cyberbullismo abbiamo tre soggetti in campo: la vittima, il bullo e lo spettatore. Quest’ultimo deve capire che l’indifferenza è il primo gesto d’illegalità. Devono comprendere, innanzitutto, a partire dalle vittime, che noi siamo al loro servizio, ma tentiamo anche di diffondere l’idea che tutti possono fare qualcosa per arginare questo fenomeno, del resto padre Pino Puglisi era solito affermare: "Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto". Un concetto calzante, secondo me, per abbattere questa piaga giovanile. Per raggiungere tale obiettivo bisogna che i ragazzi comprendano che aiutare la vittima significa aiutare se stessi, la comunità.

Linee di condotta e regole per adolescenti e genitori, al fine di un utilizzo consapevole del web: quali sono?
Bisogna partire dal presupposto che spesso e volentieri i ragazzi, come i genitori, non conoscono del tutto questi strumenti. Gli adulti devono insegnare ai propri ragazzi che quando questi costruiscono un proprio profilo in rete stanno costruendo la loro identità virtuale... Devono insegnare a questi ragazzi a rispettare la loro identità, facendo in modo che nasca un dialogo proficuo fra la realtà virtuale e il mondo reale. I ragazzi devono percepire che internet rappresenta una delle più grandi opportunità a loro disposizione, dove loro possono dimostrare tutte le loro capacità. Devono essere consapevoli che il loro futuro è legato al web: fra cinque anni si stima che gli strumenti connessi saranno circa 50 miliardi. I nostri figli saranno i costruttori di questo mondo. Noi adulti siamo chiamati a dare ai ragazzi le giuste competenze, perché attraverso il web loro potranno costruire un mondo migliore...
ROMANO GUATTA CALDINI 09 mar 2015 00:00