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Brescia
di M.VENTURELLI 10 set 2015 00:00

Giovani e attiva sportiva: il parere del pediatra

Secondo Giuseppe Riva, direttore dell'Unità operativa di Pediatria della Poliambulanza non c'è sport che possa incidere negativamente sulla crescita dei ragazzi, purché sia fatto con il giusto spirito

“L’attività sportiva è sicuramente importante nella vita di ragazzi che, col passare degli anni, tendenzialmente riducono l’attività fisica”. Parte da qui la risposta di Giuseppe Riva, medico, responsabile della pediatria della Poliambulanza di Brescia, alla domanda che forse più di ogni altra assilla i genitori quando scelgono, con i figli, una disciplina sportiva. Fa bene?
Per questo il medico stigmatizza la “rappresaglia” che mamme e papà mettono in atto alla prima defaillance scolastica del figlio: “Non ti impegni? Hai preso un brutto voto? Bene, ti vieto l’attività sportiva”. L’attività sportiva non deve essere usata come arma di ricatto. Serve alla sua maturazione psico-fisica nello stesso modo in cui una corretta alimentazione lo aiuta a crescere in modo sano.

“È il ragazzo – prosegue ancora Giuseppe Riva – che deve scegliere l’attività sportiva che più gli aggrada. Non deve lasciarsi lusingare dal fascino di sport che vanno per la maggiore ma magari non lo appassionano”. Con l’età dei primi approcci allo sport che si abbassa sempre di più c’è qualche attività che più di altre può incidere sullo sviluppo, sulla crescita del ragazzo? “No – è la risposta del responsabile della pediatria della Poliambulanza –, l’unico discrimine è quello tra l’approccio ludico e quello agonistico ”.

Qualsiasi sport praticato con una particolare attenzione alla dimensione del divertimento, è il parere del medico, è cosa buona. Diverso è quando ad avere il sopravvento è la dimensione agonistica. “Bisogna sfatare il mito – continua Riva – che l’agonismo faccia meglio al fisico. L’agonismo, se avviato troppo precocemente, rischia di produrre gli effetti contrari”.
Un genitore deve avere coscienza che non è lo sport fatto a livelli agonistici a garantire la buona salute dei ragazzi. “C’è un ultimo aspetto da sottolineare – conclude il pediatra –. Le due ore settimanali di attività sportiva da sole non bastano a controbilanciare il tempo che un ragazzo passa alla televisione o alla play station. Servirebbe un’ora tutti i giorni”.
M.VENTURELLI 10 set 2015 00:00