lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Edolo
di DAVIDE ALESSSI 12 giu 2015 00:00

In Valcamonica nasce una nuova agricoltura solidale

Agricoltura e inserimento lavorativo sono le colonne portanti del progetto nato grazie alla collaborazione tra le cooperative sociali il Cardo di Edolo, l'Agricola di Breno, il Comune e la parrocchia

Mezzo ettaro di terreno parte nella piana di Edolo, per circa 2.500 metri quadrati in un unico appezzamento, e parte lungo i prati del Monte Colmo a 750 metri di quota, per circa 2.300 metri quadrati in tre piccoli appezzamenti, per coltivare mele particolarmente resistenti ai parassiti e uva già sperimentata al nord Europa.

E' l'iniziativa che nasce dal connubio tra le cooperative sociali il Cardo di Edolo, che si occupa di problemi psicosociali, e l'Agricola di Breno, che si occupa di inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, nata come spin off dell'Arcobaleno. L'iniziativa agricola di Edolo nasce con il sostengo concreto del Comune e della Parrocchia che hanno messo a disposizione i terreni da coltivare, peraltro incolti da tempi e a rischio di abbandono e degrado, mentre l'Università della Montagna mantiene un collegamento scientifico e di supporto all'attività di produzione di antiche varietà agricole in territori di Montagna, in analogia quanto è stato fatto con il “mais nero spinoso di Vallecamonica” o con lo “Zafferano” dei paesi di montagna. Un esempio che il Comune di Edolo invita a imitare. Dopo il lavoro di preparazione dei terreni a fine marzo, ad aprile sono iniziate le attività di concimazione e quindi di messa a dimostra di oltre 600 piante di mele nella piana di Edolo e qualche tempo dopo delle prime barbatelle di uva alla quota di 750 metri, quando l'erba alta e l'inizio della primavera hanno scongiurato l'arrivo di una improvvisa gelata. Il lavoro manuale è stato realizzato dai dipendenti della Cooperativa “L'Agricola”, tutti giovani che cercavano lavoro, con la supervisione del geologo Devid Stain che ha mantenuto i collegamenti con l'Università di Edolo per la sperimentazione delle specie resistenti al clima di montagna. Dal canto suo l'Università della Montagna, che mantiene collegamenti scientifici in rete con le principali istituzioni accademiche e Istituti di ricerca europei che si dedicano alle attività di studio nei più svariati settori montagna europea, sta provvedendo a tenere a battesimo anche questa neonata realtà, in analogia a quanto fatto per lo zafferano e per il masi nero, mettendo a disposizione uno know-how di alto profilo scientifico in gradi di attirare attenzione significativa a questa importante sperimentazione.

Il valore aggiunto dell'operazione è notevole: recuperare aree dismesse e abbandonate in una sorta di malinconico degrado, creare opportunità di lavoro per i giovani sotto i 30 anni e per gli adulti sopra i 50 anni, entrare nella filiera dell'Università della Montagna e, soprattutto, dare uno spazio importante per gli Ospiti del Cardo e di altre cooperative sociali che possono trovare, in alcune piccole occupazioni agricole semplici, un ottimo strumento di valorizzazione delle proprie capacità. Ora le piante sono tutte a dimora: i primi risultati si stanno già vedendo con una bella fioritura dei meli,.mentre i primi frutti sono attesi al termine del terzo anno vegetazionale del meleto e del vigneto.
DAVIDE ALESSSI 12 giu 2015 00:00