lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di REDAZIONE ONLINE 02 mag 2016 00:00

Primo maggio: lavoro e lavoratori sono una ricchezza non un peso

In Piazza Loggia la manifestazione sindacale e nel pomeriggio, in Cattedrale, il Giubileo dei lavoratori

Dal palco allestito in Piazza Loggia l’oratore ufficiale del Primo Maggio a Brescia Antonio Fucillo della Segreteria nazionale Uil, sottolinea con forza l’obiettivo: “Il lavoro, i lavoratori sono una ricchezza non una spesa. Senza lavoro non c’è benessere, ricchezza e profitto. Bisogna recuperare gli antichi valori di solidarietà e coesione, di lotta e di proposta per una società più giusta e più equa.”.

È questa una sintesi efficace delle speranze, delle tensioni, delle preoccupazioni e delle tante realtà che la manifestazione del Primo Maggio riunisce e porta con sé, prima in corteo, da piazza Garibaldi fino al cuore della città, e poi in piazza Loggia.

Nel corso della manifestazione sono intervenuti anche due delegati sindacali del settore manifatturiero – per dire quanto rilevante e strategico sia ancora il settore per l’economia bresciana e non solo bresciana, elencando i problemi e le contraddizioni che si vivono oggi nell’industria – e del pubblico impiego. Daniela Conti, dipendente della Provincia di Brescia e delegata della Cisl Funzione Pubblica ha sottolineato il tema della dignità che il lavoro pubblico rivendica, ha anche auspicato il superamento dei tanti luoghi comuni che accompagnano il settore: il problema non è che ci sono troppi dipendenti pubblici – in Italia sono 58 ogni 1.000 abitanti, contro i 54 della Germania, i 65 della Spagna, i 94 della Francia e il 135 della Svezia– ma che si fanno riforme sbagliate senza intervenire sugli sprechi veri della spesa pubblica. Un esempio? Dal 2010 al 2014 la spesa pubblica è aumentata del 5% mentre quella per il personale è diminuita del 5%.

“Serve un cambio di passo – ha concluso la delegata Cisl – non dettato da demagogie e condito di false promesse, ma che parta dal rispetto della dignità del lavoro, di ogni lavoro, e che passi, anzitutto, dal rinnovo dei contratti”: i lavoratori pubblici, che vuol dire sanità, scuola, servizi sociali, assistenza, previdenza, formazione, lavoro e sicurezza, chiedono invano da 6 anni il rinnovo del loro contratto di lavoro. L’emblema dei dipendenti pubblici non è rappresentato furbetti del cartellino ma la testimonianza quotidiana delle donne e degli uomini che ogni giorno sono chiamati ad assicurare servizi, con sempre maggiori compiti e burocrazia pur continuando a diminuire di numero”. Nel pomeriggio, poi, in Cattedrale, la celebrazione del Giubileo dei lavoratori
REDAZIONE ONLINE 02 mag 2016 00:00