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Concesio
di REDAZIONE 26 ott 2018 15:47

Un inno speciale a Paolo VI

Riproponiamo la genesi del brano scritto da don Angelo Pizzato e messo in musica dall’organista navense Pietro Rossi

Don Angelo Pizzato, già parroco di Costorio di Concesio, ha scritto un “Inno a Paolo VI”, che il dott. Pietro Rossi di Nave, ha poi messo in musica per un coro popolare all’unisono. L’Inno era già stato eseguito a Concesio nel 2004 con tre cori, violino, tromba, arpa e organo, e viene ora riproposto in occasione appunto della santificazione di Paolo VI.

Una collaborazione fortunata, quella tra don Pizzato e il dott. Rossi: don Angelo Pizzato, veneziano di origine, viene ordinato sacerdote nel Duomo di Brescia nel 1977; compone sin da giovane testi per canzoni e nel ’61, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, partecipa al Festiva della canzone a Torino e vince il primo premio con “Piangere”. Oggi si è ritirato in pensione vicino a Venezia. Pietro Rossi, laureato in giurisprudenza, è organista nel suo comune di nascita dal 1960. Tra i suoi maestri Luigi Picchi, compositore, organista del Duomo di Como e collaboratore della Casa Musicale Carrara, e il Maestro Giulio Tonelli, compositore, organista e già direttore del Conservatorio di Brescia. Rossi da 50 anni accompagna nelle cerimonie il Coro a 4 voci miste di Nave e lo scorso 16 aprile ha suonato l’organo accompagnando il coro a 4 voci miste di Caino in San Pietro (nella foto). “L’Inno a Paolo VI” composto da Pizzato e Rossi si apre subito con il rimando alla terra bresciana, tanto cara a papa Montini: “Un giorno in terra bresciana / dal cielo un dono arrivò / e là in quel di Concesio / il suo natale trovò”. L’inno prosegue ricordando la “chiamata celeste [che] lo sguardo su Lui posò”, e la guida umana e spirituale che da allora Paolo VI è divenuto per tutti i fedeli del mondo. “In questo mondo ancor nell’errore / fa che noi portiamo la civiltà dell’amore”. E prosegue “Fa che l’uomo sia sempre capace / ad esser per gli altri strumento di pace; / e per la fede trasmessaci in terra / si spogli dell’uomo il cuor da odio e guerra”.

Continui i riferimenti all’operato del santo bresciano nel nome del dialogo e della pace: Papa durante gli anni di piombo in Italia, Paolo VI viene infatti ricordato - oltre che per il proseguimento e la chiusura dei lavori del Concilio Vaticano II nel ’65 - anche per la decisione di celebrare la prima Giornata mondiale della Pace, nel gennaio 1968, e per l’accorata lettera mandata alle Brigate Rosse in cui chiedeva la liberazione di Aldo Moro nel ’78.

REDAZIONE 26 ott 2018 15:47