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Brescia
di L. ZANARDINI 05 feb 2015 00:00

Valenti sull'immigrazione: "Chi non ha presente cosa sta succedendo nel mondo è fuori dal tempo e dalla storia"

Giovanni Valenti, presidente della Fondazione Guido Piccini, da anni impegnato sul fronte dell’immigrazione, rilegge in questa intervista i dati Frontex e risponde all'assessore regionale Bordonali

Difficile pensare che l’immigrazione (anche la stessa storia italiana lo dimostra) sia un qualcosa di controllabile, specie in un mondo globalizzato come il nostro che riflette gravi squilibri tra nord e sud del pianeta.L'assessore regionale con delega all'immigrazione è partita dai dati Frontex per lamentare l'incapacità del governo sul fronte dell'immigrazione clandestina. Andando oltre i numeri, riusciamo a fare una lettura del fenomeno?

In Europa, Italia e in Lombardia si cercano di travisare gli eventi internazionali che stanno alla radice della mobilità urbana contemporanea. Noi abbiamo avuto a livello europeo dei progetti e dei programmi per contrastare l’immigrazione. L’Italia, collocata a sud del Mediterraneo e di fronte all’Africa e al Medio Oriente, è sulla frontiera insieme alla Spagna e alla Grecia. Dobbiamo ricordare che Frontex è uno strumento per disincentivare l’immigrazione. Come si possono definire clandestine le persone che provengono dal Sub Sahara? Abbiamo presente cosa sta succedendo in Mali, in Niger, in Nigeria, in Camerun e in Burkina Faso? Chi non ha presente cosa sta succedendo in Medio Oriente, in Iraq, in Afghanistan… vuol dire che è fuori dal tempo e dalla storia. Le mobilità umane, oggi, sono in buona parte dovute a espulsioni di famiglie di popolazioni che non sono più in grado di poter vivere in sicurezza.

A proposito di numeri, il numero degli emigranti italiani (4,5 milioni) è vicino al numero di immigrati in Italia (5 milioni)…

Abbiamo 4,5 milioni di italiani (con passaporto italiano) nel mondo e abbiamo 65 milioni di oriundi italiani nel mondo. Siamo gli ultimi, insieme ad altri colleghi europei, a dover fare le prediche… L’emigrazione di oggi, dovuta in buon parte a persone che fuggono (che noi identifichiamo come richiedenti una protezione internazionale), ha raggiunto nel mondo, nel 2014, oltre i 10 milioni. Da noi ne sono arrivati 140/150mila. Oltre la metà se n’è andata.

L’Italia non è il punto di arrivo del sistema delle povertà…

L’immigrazione oggi avviene per i conflitti e per le condizioni impossibili di sopravvivenza nei paesi d’origine. Chi viene cerca anche una collocazione economica. E l’Italia in questo momento non è un grande posto dove cercare lavoro: tra gli elementi fondamentali di crescita dell’immigrazione, ci sono infatti l’attrazione del contesto socio-economico lavorativo e il sistema di welfare che faccia da supporto alle difficoltà familiari.

Possiamo sfatare anche alcuni tabù...

Per quanto riguarda i costi, gli ultimi dati ci danno un saldo positivo di 4 miliardi di euro: la questione migratoria in Italia e in Europa è ancora in funzione di una crescita più che di una sottrazione di risorse alle popolazioni locali. L’altro elemento fondamentale in Lombardia è la questione legata alle moschee, alla religione e alle culture. La Regione si sta mostrando irresponsabile su queste forme di mistificazione delle appartenenze linguistiche, culturali e religiose. Dei circa 45mila lombardi emigrati nel 2014, una buona parte sono cittadini stranieri naturalizzati italiani. Molti stranieri, se avessero il passaporto italiano, andrebbero tranquillamente in altri Paesi. La Bordonali non deve preoccuparsi troppo della crescita migratoria, perché la gente – potendo – cerca altri lidi.
L. ZANARDINI 05 feb 2015 00:00