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Palazzolo sull'Oglio
di MASSIMO VENTURELLI 22 mar 2019 07:52

Un bresciano sull'autobus della paura

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Alessandro Cadei, 64 anni, nato a cresciuto a Palazzolo sull'Oglio, è il docente di educazione fisica che ieri era fra le persone prese in ostaggio dal conducente dell'autobus che voleva mettere in scena un'azione eclatante per richiamare l'attenzione sui morti nel Mediterraneo. Dopo che un alunno è riuscito ad allertare le forze dell'ordine, Cadei ha liberato i giovani studenti ammanettati

C'è anche un po' di Brescia fra il sangue freddo e il coraggio che ha consentito che il gesto folle dell'autista che ieri mattina, nel Milanese, "per far cessare le morti nel Mediterrano" quese le prime motivazioni date alle forze dell'ordine dopo l'arresto, ha preso in ostaggio un pullman con più di cinquanta passeggeri, tra alunni di una scuola media del Cremasco e accompagnatori. 

Solo la prontezza di riflessi e il coraggio di un alunno che è riuscito ad allertare in tempo il 112 ha evitato che il sequestro si risolvesse in una strage. Il conducente, un senegalese di 47 anni cittadino italiano, dopo avere ammanettato le mani dei passeggeri con fascette da elettricista appositamente comprate, così come le due taniche di benzina sversate all'interno del mezzo, a riprova della premeditazione del gesto.

Ad aiutare, per quanto possibile, i giovani studenti a mantenere la calma, prima, e a liberarsi delle fascette prima di scendere dall'autobus, prima che questo prendesso fuoco, l'insegnante di educazione fisica Alessandro Cadei, che era tra gli accompagnatori dell'uscita in piscina.

Anche se residente ormai da molti anni nel Cremasco, Cadei è bresciano, originario di Palazzolo sull'Oglio dove è rimasto sino al momento del matrimonio. Alessandro Cadei, che ha scelto di non parlare con la stampa di quanto accaduto, è noto nella sua città natale per i trascorsi sportivi, essendo stato un difensore di buon livello fra le fila della Pro Palazzolo, la squadra calcistica della cittadin attraversata dall'Oglio.

Sono ancora in tanti, e non solo nel quartiere di San Rocco in cui è cresciuto, i palazzolesi che si ricordano di lui. Cadei ha comunque affidato alla sua pagina Facebook le impressioni della giornata di ieri che poteva trasformarsi in tragedia.

"È naturale che io non dorma - è il suo pensiero affidato ai social - . Ma non tanto per me, adulto e vaccinato. Il mio pensiero va ai miei splendidi ragazzi che purtroppo soffriranno per quanto hanno vissuto: terrore e paura. Soprattutto di non rivedere più i propri genitori e gli affetti più cari. Io posso solo dire che per come si sono comportati saranno sempre nel mio cuore e nei miei occhi e ancora una volta mi hanno fatto amare il mio lavoro".

Secondo le testimonianza raccolta Cadei, dove aver facilitato la fuga dei ragazzi, sarebbe stato tra gli ultimi a lasciare l'autobus prima dell'incendio che l'ha ridotto in cenere a San Donato Milanese.

MASSIMO VENTURELLI 22 mar 2019 07:52