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Adamello
di GIULIANO CHIAPPARINI 04 ago 2016 11:40

41 rifugi come riposo dalla calura

Oggi i 41 rifugi sono destinati a salire di numero con l’entrata in attività degli edolesi Malga di Mezzo (2000 m. sul sentiero che da Temù porta al Garibaldi) e Malga Mola Bassa (1700 m), nonché della Capanna Presena

Cosa succede in queste accaldate giornate sui monti della Valle? Un sacco di cose. Prima di tutto si studia. Proprio così: una ricerca dell’Università di Padova su un campione di 1500 frequentatori del Parco dell’Adamello offre ad amministratori e operatori indicazioni chiare su età, provenienza ed aspettative degli ospiti. Si tratta per oltre il 40% di persone fra i 34 e i 54 anni, al 60% italiani di cui l’86% proveniente dalla Lombardia, specie da Milano, Lodi e Pavia. Ma soprattutto sognano laghetti alpini, sentieri, paesaggi incantevoli, prati fioriti, mucche al pascolo e magari pure montanari intenti a raccogliere il fieno. Allora, se le cose stanno così, bisogna migliorare l’immagine e la sostanza dell’accoglienza. 

I rifugi. Una delle punte di diamante è costituita dai rifugi, 41 oggi, ma destinati a salire di numero con l’entrata in attività degli edolesi Malga di Mezzo (2000 m. sul sentiero che da Temù porta al Garibaldi) e Malga Mola Bassa (1700 m), nonché della Capanna Presena, nel contesto del ciclopico intervento da 15 milioni di euro che interessa le infrastrutture del ghiacciaio dalignese. Per non dire della nascita di nuove realtà come il bivacco di Malga Rasmulì, realizzato dai volontari del locale Gruppo Amici della Montagna di Breno. La qualità del servizio e l’aggiornamento tecnologico dei rifugi è un biglietto da visita per la montagna camuna. Ecco perché gli investimenti non mancano, nonostante la ristrettezza dei bilanci. Ad esempio, il Cai Brescia proprietario, fra gli altri, dei rifugi Garibaldi, in territorio di Edolo, e Maria e Franco (Ceto), ha trovato quasi 230mila euro per una serie di interventi su queste due strutture col supporto della Comunità Montana di Valle Camonica e con il coinvolgimento degli operai dei due rispettivi Consorzi Forestali. Inoltre, il Parco dell’Adamello fa sapere che dopo il rifugio Tonolini (2450 m), anche il rifugio Occhi all’Aviolo (1930 m) è stato munito di un innovativo impianto di fitodepurazione. 

Borno. Bisognerà attendere ancora qualche mese perchè Cai e Comune di Borno mettano finalmente mano ad un rinnovamento del rifugio San Fermo, dopo il recente avvicendamento nella gestione. Naturalmente la componente meteo è decisiva per il successo nei numeri (passaggi, pernottamenti ecc) dell’estate dei rifugi. Ad un giugno disastroso sono seguite week-end più positivi. Decisive, dicono unanimi i gestori, le prime tre settimane di agosto. È allora che la montagna, quella alta, si anima e i sentieri rinascono. La fantasia e le mode (come la musica in quota) hanno messo in programma tanti eventi per cui gli ospiti avranno davvero l’imbarazzo della scelta. E poi ci sono i “fuori programma” come l’orso in carne ed ossa che in una normale giornata di luglio si è intrattenuto per un quarto d’ora sul terrazzo del rifugio Città di Trento al Mandrone (2450 m) sotto gli occhi increduli e un po’ intimoriti di un gruppo di escursionisti rifugiatisi, è il caso proprio di dirlo, all’interno.

GIULIANO CHIAPPARINI 04 ago 2016 11:40