Ricostruita la Macchina del Triduo dei Morti

Storia, tradizione, arte, artigianato, invenzione e soprattutto tanta fede e tanto attaccamento alla propria comunità, alle radici, si leggono e si ritrovano nella imponente “Macchina del Triduo dei Morti” ricostruita all'interno della chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo a Gianico. Alta ben 11 metri, costituita di 34 tavole di legno di abete decorate, oggi dotata di 320 candele elettriche a led, l'imponente apparato scenografico ligneo è stato ricostruito in base ad un disegno del 1921, quando venne realizzato in sostituzione della precedente del '700, andata distrutta dal fuoco. Anche l'attuale ha subito gravissimi danni nell'alluvione del 18 settembre 1960 della Val Vedetta, dove si sono persi gli elementi fondamentali per la statica del grande impianto.
Dopo mezzo secolo di silenzio e speranze, ora un Comitato sostenuto dalla ferrea volontà del Parroco don Fabio Mottinelli, in tempi record ha recuperato storia, memoria, disegni, pezzi, decori e carteggi, ha lavorato con la Sovrintendenza, ottenendo il miracolo: la “Macchina” è ormai pronta al 90% e nel fine settimana (venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 gennaio) è stata utilizzata nel solenne triduo di preghiere per i Defunti della comunità di Gianico i cui fedeli hanno partecipato coralmente ed in numero rilevante partecipare alle cerimonie con tutta la solennità liturgica proposta anche dal grande apparato scenico. Il grande lavoro di recupero storico e documentale è stato seguito in prima persona dal parroco con l'Ingegner Dario Benedetti e l'architetto Aurelio Sandal, monitorato da Silvia Massari della Sovrintendenza, dalla Curia, dal Comitato gianichese, dal Consiglio pastorale e degli affari economici, realizzato da oltre 20 volontari con l'opera indispensabile e preziosa di Ercole Rini, restauratore professionista la cui perizia ha consentito di portare a compimento l'opera. Ora l'intero apparato è stato smontato, catalogato e riposto con cura nel deposito dell'oratorio della Comunità, mentre riprendono i lavori di studio e verifica sulla “raggiera”, al centro della quale viene posizionato l'ostensorio con l'Ostia consacrata, punto focale di ogni cerimonia del Triduo dei Morti, per l'adorazione dell'Eucarestia in suffragio delle anime dei Fedeli defunti.
L'inaugurazione ufficiale è stata fissata per il gennaio 2026 quando l'opera sarà completata, in base alle testimonianze orali ed alle ricostruzioni documentabili e sarà accompagnata da una pubblicazione fotografica di documenti, carteggi, bozzetti e studi, con il percorso di restauro che ha ridonato alla Comunità parrocchiale di Gianico un bene artigianale, artistico e storico, che testimonia la fede centenaria di tutto un popolo e dei suoi pastori.
