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di GIUSEPPE BELLERI 15 lug 2022 09:47

Alla Festa del Redentore

Era una bella domenica, il 24 agosto 1902, quando una folla di bresciani, si parla di diecimila persone, salì per la maggior parte a piedi da tutti i sentieri circostanti per raggiungere il Monte Guglielmo, per l’inaugurazione del Monumento al Redentore: Giovanni Battista Montini, il futuro San Paolo VI, che non aveva ancora compiuto i 5 anni, salì col fratello Lodovico, la nonna e il padre sulla vetta del Gölem. I due fratellini Montini, vestiti da chierichetti, assistettero in prima fila a questa manifestazione di fede della gente bresciana.

Alla fine del XIX secolo, Papa Leone XIII, in occasione del Giubileo del 1900, propose la costruzione di 20 monumenti, uno per Regione, 19 erano i secoli dalla nascita di Gesù, più quello entrante, per un grandioso omaggio al Redentore, da edificare su altrettanti monti nelle diverse regioni italiane. Nel 1900 vennero murati nella Porta Santa della Basilica di San Pietro in Roma i venti mattoni provenienti dai comitati locali, con una pergamena esplicativa. Poi si fecero i progetti, tutti diversi, ma costituiti da monumenti, croci e statue, mentre fu comune l’iscrizione latina, dettata dal Papa, che così recitava: “Jesu Christo Deo restitutae per ipsum salutis”. Tra le montagne della Lombardia la scelta cadde sul Gölem e l’onere e l’onore di promuovere l’opera venne affidato al giovane avvocato Giorgio Montini, padre del futuro Papa. “Per festeggiare degnamente – ha sottolineato Cesare Giovanelli, Presidente dell’Associazione Culturale Redentore – i 120 anni del Monumento al Redentore, accanto al quale dal 4 ottobre del 1998 c’è la statua di San Paolo VI, stiamo preparando un libro con la storia di tutti i Monumenti italiani, insieme al conio di una medaglia commemorativa; inoltre è stato indetto un concorso fotografico denominato ‘120 Passi verso l’Altissimo’”. Dopo il ritrovo, domenica 17 luglio, delle 10.30 al Rifugio Almici, vi sarà una processione con canti e preghiere, che confluirà nella S. Messa concelebrata, alle 10.45, da mons. Carlo Mazza, Vescovo emerito di Fidenza, insieme a due sacerdoti polacchi, al parroco di Sale Marasino, don Emanuele Mariolini, da quello di Inzino, don Gabriele Banderini e da altri sacerdoti delle parrocchie circostanti; la funzione sarà impreziosita dal coro della montagna di Inzino ed accompagnata a distanza dalle Suore del Buon Pastore ed in presenza da alcune delle suore custodi della Casa natale di San Paolo VI di Concesio, oltre che da numerose autorità del territorio.

GIUSEPPE BELLERI 15 lug 2022 09:47