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Lumezzane
di MAURO TONINELLI 03 apr 2018 10:41

Il fantastico viaggio di Iosù

Ultimi giorni, la chiusura è fissata al 15 aprile, per visitare la proposta curata a Torre Avogadro da Sonia Mangoni

Il silenzio e il pugno che batte sul petto per produrre il “tum tum” di un cuore. Per chiudere la visita teatralizzata de “La Torre delle favole”, Iosù, protagonista della quindicesima edizione e interpretato per l’occasione da Stefania Mancini (ci sono anche Sara Manducci e Michele D’Aquila), fa battere il cuore a tutti i bimbi. È la conclusione di un percorso che invita a riscoprire, ad ascoltare, a raccogliere. “Sembra frivolo all’inizio – racconta Stefania – ma poi con il suo annaffiare e raccogliere lacrime si rende conto che sta facendo qualcosa di grande”.

La scelta che accompagna questa edizione de “La Torre delle favole” del Comune di Lumezzane, ideata e curata da Sonia Mangoni con il coordinamento di Nicola Salvinelli e la produzione di Scena Urbana, è originale, controtendenza, a volte spiazzante e destrutturata. Fanno più fatica gi adulti dei bambini. In visita in compagnia di 40 alunni di seconda elementare e maestre dell’Istituto comprensivo di Concesio, i piccoli scoprono la bellezza di una fiaba che pare essere una filastrocca. Poche parole, tanta comunicazione nella vicenda di Iosù creata e illustrata da Alessandro Sanna. Poche parole e intorno immagini realizzate con dei timbri. Poche parole che i bambini ripetono. E dove non ci sono parole, tanto silenzio pieno. “È molto diverso dall’essere sul palcoscenico. Qui c’è l’interazione con i bambini; devi essere molto permeabile a sentire il tuo piccolo pubblico: cosa ti chiede, cosa coglie. È una sfida per un’attrice” spiega Stefania. Non ci sono parole in più rispetto al testo della fiaba. Solo gesti e silenzio. Una comunicazione non verbale che offre, nella teatralizzazione curata da Sonia Mangoni, tutta la ricchezza e il peso delle parole. Quelle dette sono ricche di significato, sono fiori che sbocciano dai muri innaffiati da Iosù. Sono ricche di significato e valore come le lacrime raccolte dai davanzali durante la notte. E tutto diventa verde, verde speranza. Qualcuno chiacchiera ma segue, altri rimangono meravigliati, soprattutto se piccoli. Ripetono la storia, provano a completare le frasi.

Alla fine non si è come prima. Nessuno. Bambini o adulti che siano. La vicenda di “Iovivoquimapreferireistareinunboscolassù” che tutti chiamano Iosù piace. “Interessante la parte interattiva oltre alla storia così come l’dea che prendendosi cura delle cose e innaffiando la città con le lacrime nasca la vita”, raccontano le maestre Arianna e Alda, per la prima volta a “La Torre delle favole” e pronte a tornarci. Successo confermato dai numeri. Si chiude il 15 aprile, ma sono aumentate le ore per la teatralizzazione rispetto al programma perché ci sono state troppe richieste.   

MAURO TONINELLI 03 apr 2018 10:41