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Marcheno
di MASSIMO VENTURELLI 03 ago 2018 13:00

Un bel disegno del Signore

Don Mauro Rocco raccoglie il testimone da don Maurizio Rinaldi che dal 2008 guidava le due comunità di Marcheno e Cesovo

Per lui la Valle Trompia è la valle degli inizi. A Lumezzane San Sebastiano, come curato, ha vissuto i suoi primi anni di sacerdozio, in questa valle ritorna per la sua prima esperienza da parroco. Don Mauro Rocco, 41 anni originario di Chiari, infatti, è stato scelto dal vescovo Tremolada come nuovo parroco di Marcheno e Cesovo, dopo due anni di servizio a Palazzolo, da curato, alle comunità di Santa Maria Assunta e del Sacro Cuore.

Con quali sentimenti si appresta a vivere la sua prima esperienza da parroco?

Devo dire che il primo sentimento è quello della gratitudine nei confronti del Vescovo che mi ha fatto comprendere la bellezza e la profondità delle opportunità e delle responsabilità che la vita sacerdotale riserva. Certo, non nascondo che ho accolto la proposta con tanto stupore, ma fin da subito ho voluto ringraziare il Signore perché nell’intero corso della mia vita ha sempre saputo indicarmi quella che era la via da seguire. Questi sentimenti di gratitudine si fanno ancora più profondi se penso al tanto che ho ricevuto incontrando le comunità di Lumezzane, di Ospitaletto e di Palazzolo. Già sin d’ora ho la certezza che anche a Marcheno e Cesovo riceverò tanto.

La chiamata a Marcheno e Cesovo è arrivata improvvisa…

Sì, secondo gli schemi degli uomini, non molto se inquadrata nell’ottica del disegno che il Signore, attraverso il Vescovo, riserva a ciascun sacerdote e alle comunità a cui questi sono inviati. Credo che quello che è maturato in queste ultime settimane sia davvero un bel disegno del Signore per me, per la comunità che lascio e, spero, anche per quella che sta per accogliermi.

Delle esperienze vissute nel servizio alle giovani generazioni ce n’è una che più di altre le servirà nel suo nuovo ministero?

Sono convinto che la crescita di un sacerdote è del tutto simile a quella di qualsiasi altra persona. Ho avuto la fortuna e la grazia di nascere, crescere e vivere la mia conversione a Chiari nell’esperienza forte dell’oratorio, respirando la passione di una comunità adulta per i suoi figli più piccoli. Questa è stata per me un’esperienza di vita fondamentale, che mi ha segnato e che ha segnato anche il mio essere prete. Le esperienze vissute a Lumezzane, Ospitaletto e Palazzolo mi hanno dato modo di crescere sempre più nella dimensione di adulto che si sente parte di una comunità adulta attenta ai piccoli. Sono certo che questo aspetto mi accompagnerà anche nella nuova pagina del mio ministero sacerdotale.

Il passaggio da curato a parroco comporta anche l’assunzione di responsabilità più ampie...

Avendo vissuto le mie prime esperienze sacerdotali vicino alle persone, ascoltandole, ho sentito sempre più evidente il bisogno nelle mia vita e nel mio ministero di aprirmi anche ad altre dimensioni pastorali oltre a quelle della cura delle giovani generazioni. È andata gradulamente maturando in me la convinzione che non c’è ministero, non c’è annuncio di Cristo ai giovani se questo non passa attraverso una autentica comunità di adulti nella fede. Certo, in questa nuova veste ho ancora tutto da imparare, ma confido nel Signore che mi ha fatto sempre sentire accolto e ascoltato e nella preghiera della mia nuova comunità e di quelle che ho incontrato sinora.

A Marcheno e Cesovo c’è attesa per il suo arrivo. Che parroco devono aspettarsi?

Credo che la risposta a questa domanda vada ricercata in quella pagina del Vangelo di Giovanni in cui Gesù chiede ripetutamente conto a Pietro del suo amore per lui. Pietro risponde: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. Spero di essere un parroco certo di essere amato e chiamato a fare altrettanto con le comunità.

C’è già un pensiero che vuole far giungere a Marcheno e Cesovo?

Sto già pregando il Signore perché queste due comunità sappiano accompagnarmi a essere un bravo parroco. Alla gente di Marcheno e Cesovo chiedo sin da ora di pregare per lo stesso motivo.

MASSIMO VENTURELLI 03 ago 2018 13:00