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Prestine
di LINDA BRESSANELLI 01 mar 2016 00:00

A Prestine non piace la fusione con Bienno

Il 20 dicembre si tenne un referendum nel quale si chiedeva : “Siete voi favorevoli alla fusione per incorporazione del Comune di Prestine nel Comune di Bienno?” Vinse il sì ma dopo pochi mesi si chiede l'annullamento del referendum perchè i firmatari del ricorso sostengono però che l’Amministrazione non abbia informato del referendum i prestinesi residenti all’estero in particolare in Francia e Svizzera,che, con la loro partecipazione potevano cambiare l’esito della consultazione

C’è qualcuno, a Prestine, a cui l’idea che il paese si “fonda” con Bienno per creare un unico Comune proprio non piace. E che si è aggrappato a un cavillo riuscendo a raccogliere le firme di circa sessanta cittadini per fare ricorso al Tar di Brescia e chiedere l’annullamento del referendum che sottoponeva agli elettori il quesito: “Siete voi favorevoli alla fusione per incorporazione del Comune di Prestine nel Comune di Bienno?”.
La consultazione si tenne il 20 dicembre 2015 sia a Bienno che a Prestine e in entrambi i paesi a vincere fu il “sì”. In particolare a Prestine si conteggiarono 124 sì e 113 no.
I firmatari del ricorso sostengono però che l’Amministrazione non abbia informato del referendum i prestinesi residenti all’estero. Si tratta di 70 persone, che vivono perlopiù in Svizzera e in Francia, che, secondo i ricorrenti, con la loro partecipazione potevano cambiare l’esito della consultazione.

A smentire il contenuto del ricorso è subito sceso in campo il sindaco di Prestine Franco Monchieri, supportato dalla maggioranza. Il primo cittadino - che ha sempre creduto nella bontà della fusione del suo Comune con Bienno e che ha spiegato costantemente ai prestinesi l’importanza di tale passaggio e i vantaggi economici e logistici dell’accorpamento delle due realtà - ha appreso con amarezza del ricorso, ma ora è deciso ad andare fino in fondo per cercare di smontare le tesi dei firmatari. Innanzitutto impugnando la lettera, inviata a ciascuno dei 70 concittadini all’estero, e archiviata agli atti del Comune, e citando alcune telefonate ricevute proprio dalla Svizzera in cui i residenti all’estero chiedevano di poter delegare qualcuno a votare per loro, essendo impossibilitati a recarsi nel paese natio.
E pensare che l’iter per la creazione del Comune unico stava procedendo secondo copione: l’unico passaggio che mancava era la legge regionale di incorporazione dei due municipi, così da sancire la fusione tra Bienno e Prestine e arrivare pronti per le amministrative biennesi di maggio. Con questo ricorso il rischio è che Prestine non possa partecipare alle elezioni, perdendo il diritto di avere dei rappresentanti nel nuovo Consiglio comunale, che per entrambi i paesi si insedierà a Bienno.
LINDA BRESSANELLI 01 mar 2016 00:00