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Verolavecchia
di CRISTINA SCARONI 22 feb 2019 09:10

Aggiungi un posto a tavola

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Casa Betania è un esempio di accoglienza: il tavolo per il pranzo lungo 6 metri e 80 centimetri ne è la dimostrazione fisica. Una famiglia ha deciso di aprire le porte ai bambini in difficoltà

Una casa retta da semplicità, preghiera e clima familiare. Questo è lo spirito di Casa Betania di Verolavecchia che accoglie e accompagna nella crescita, per periodi più o meno lunghi, bambini in situazioni di difficoltà o senza famiglia o, secondo le necessità, anche ragazze madri. La storia di Casa Betania nasce nel 2010 quando Luca e Stefania, già genitori di tre bambine, dopo un viaggio a Medjugorje si sentono chiamati a concretizzare quel desiderio già sedimentato in loro di allargare le braccia della propria famiglia. Danno vita così all’Associazione Casa Famiglia Betania di Maria onlus, che permette loro di interfacciarsi con le istituzioni pubbliche ed ecclesiali, i Tribunali dei minori e i Servizi sociali, in conformità alla legge 184/83.

La scelta. La scelta di Luca e Stefania, fondandosi sul sacramento del matrimonio, si è rivelata naturale: “Non abbiamo fatto altro che vivere al cento per cento la sacramentalità nella sua fecondità. Quando ci siamo sposati abbiamo iniziato un cammino nuovo che ha sempre avuto come punto centrale l’accoglienza. Siamo due genitori che hanno aperto il loro cuore ad altri bambini”. In questi nove anni di storie e di vite ne hanno ascoltate e accompagnate tante, sempre con un obiettivo “semplice” e chiaro: “Vogliamo offrire ai bambini una normalità di vita. Vedere la loro serenità per noi rappresenta una conquista”. Perciò i minori, oltre ad essere aiutati nel confronto con il dolore che comporta l’essere lontani dai genitori, vanno a scuola, partecipano ad attività sportive, frequentano oratorio e scout, vanno in vacanza, senza dimenticare di aiutare nei mestieri domestici… Cose normali per tante famiglie, ma che per loro rappresentano dei traguardi enormi. E quando i minori vanno via? “Significa che è il momento giusto. C’è sempre un percorso graduale di rientro e la consapevolezza che si sono create le condizioni affinché i bambini possano stare bene”.

La visita del Vescovo. A sorpresa, qualche settimana fa, la chiamata del Vescovo che annunciava la sua visita ha portato tra le pareti di Casa Betania una ventata di emozione, investendo la famiglia di attesa e stupore. La voglia di accoglierlo è tanta e lo spazio per farlo non manca: “Per noi è tutto in formato maxi. Basti pensare che abbiamo un tavolo lungo ben 6 metri e 80 centimetri”. Ed è proprio a quel tavolo, attorno al quale ogni giorno la famiglia allargata si raduna per condividere i pasti, che a maggio si siederà anche il Vescovo. In fondo, basta semplicemente aggiungere un posto a tavola.

CRISTINA SCARONI 22 feb 2019 09:10